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A PERFECT CIRCLE
EMOTIVE

La quadratura del cerchio perfetto degli A Perfect Circe prosegue con “eMOTIVe”: l’uscita numero tre del super-gruppo capeggiato da Maynard James Keenan dei Tool è un album di cover piuttosto particolare; in primis perché tra le proprie tredici tracce contiene anche due canzoni inedite (o quasi) “fatte in casa” e non prese a prestito dal repertorio di altri artisti, ed in secondo luogo perché – cosa forse più importante – si fa portavoce, attraverso la riproposta di storiche liriche di protesta, di un messaggio pacifista in palese attrito con la politica estera ritenuta invasiva del presidente degli Stati Uniti, il “figlio d’arte” (l’arte della guerra?) George W. Bush…
Nonostante codesta netta presa di posizione, non è però il caso di aspettarsi un vero e proprio “disco politico” sulla falsariga dei proclami alla nitroglicerina dei Rage Against The Machine: “eMOTIVe” vuole sì in una certa misura richiamare – in modo diretto od anche solo accennato, a seconda dei casi – l’attenzione dell’ascoltatore su temi di scottante attualità (nonostante tutti i pezzi riproposti siano classici del passato, “sempreverdi” canti di sensibilizzazione verso problemi realisticamente irrisolvibili) ma può e deve anche essere vissuto come il tributo a personaggi che hanno fatto la storia della musica… e dunque di musica sarà meglio limitarsi a disquisire.
L’inquietante “Annihilation” (originariamente incisa dai Crucifix) col suo incedere da ninna nanna introduce la drammaticamente superba “Imagine”, inno utopista di John Lennon, in cui suona – piano ed archi – anche la ritrovata Paz Lenchantin (bassista ai tempi di “Mer de noms”); “Peace love and understanding” di Elvis Costello è trasformata in un suadente ambient alla Massive Attack cantato – più che dignitosamente – da Billy Howerdel, anima del progetto come e più del mefistofelico Keenan, mentre c’è molto dei Nine Inch Nails nei due episodi susseguenti, il rifacimento di “What’s going on” di Marvin Gaye, “remixata” da Danny Lohner e Charlie Clouser e “Passive”, pezzo in tutto e per tutto partorito dagli A Perfect Circle, ma proveniente dallo scrigno perduto dei Tapeworm, fantomatico side-project di Maynard e Trent Reznor (che infatti figura nei credits della canzone). L’hardcore seminale dei Black Flag di Henry Rollins è stravolto con “Gimmie gimmie gimmie” (in cui spunta anche un armonium, strumento affine all’organo), così come ugualmente irriconoscibile appare “People are people” dei Depeche Mode (in cui canta di nuovo Howerdel e suona il basso il nuovo arrivato Jeordie White, il “Twiggy Ramirez” dei Marilyn Manson), vessillo della stranezza e della validità degli arrangiamenti messi in campo. I bizzarri Devo – “Freedom of choice” è la canzone designata – vengono riproposti in un’asciutta e “facile” versione rock (Billy ci prende gusto, c’è ancora lui al microfono), come rock è anche la vertiginosa “Let’s have a war” (dei Fear), che risalta in un disco fortemente d’atmosfera ma pacatamente iroso. Dopo “Counting bodies like sheep to the rhythm of the war drums”, una versione industrial-noise dai toni apocalittici di “Pet” (decima traccia di “Thirteenth step”), si conclude la carrellata di cover con “When the Levee breaks”, un blues tradizionale attribuito a Memphis Minnie e reso famoso dai Led Zeppelin, rivisto con classe in chiave easy jazz (alla Sade) e con l’“a cappella” della canzone di Joni Mitchell “Fiddle and the drum”.
Il progetto A Perfect Circle, nato quasi per scherzo, si rivela – qualora ce ne fosse bisogno – terribilmente serio: all’indomani della riconferma dell’inquilino della Casa Bianca l’eco delle note di “eMOTIVe” non si spegne ed anzi risuona angosciante e disperato.

Silvio52
Voto: 7
TRACKLIST:

1 Annihilation
2 Imagine
3 Peace, love and understanding
4 What's Going On
5 Passive
6 Gimmie Gimmie Gimmie
7 People are people
8 Freedom of choice
9 Let's have a war
10 Counting bodies like sheep to the rhythm of the war drums
11 When the Levee breaks
12 Fiddle and the drum