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REVOLVE
REVOLVE

Quando ci si appresta ad ascoltare un album nuovo spesso si è influenzati da nomi altisonanti di etichette e produttori che solitamente sono garanzia della qualità del prodotto finale.
I Revolve sono l'eccezione che conferma la regola. Non hanno dalla loro un'etichetta e un produttore di fama internazionale ma sanno sicuramente come meravigliare l'ascoltatore.
I Revolve sono un combo californiano, precisamente di Los Angeles, composto dal classico quartetto voce, chitarra, basso e batteria, attivi dal 2001. Alla chitarra compare il nome di Koichi Fukuda, ex membro di Static-X, ora impegnato in questo nuovo progetto che non ha assolutamente nulla in comune con il sound proposto dalla sua ex band.
Il cd si apre con la potenza dei primi riff di chitarra della traccia "Open" la quale si evolve sulla strofa lasciando spazio ad una melodica che si ispira liberamente alle musiche mediorientali rese moderne da una serie di effetti aggiunti alla chitarra. La calda voce di Matthew Manning si amalgama ottimamente con le note sia della strofa che del ritornello sapendo mutare di intensità senza risultare banale. Sullo special della canzone viene spontaneo accostare i Revolve a gruppi del filone Tool o Dredg, il modo di sviluppare i brani (ad esempio nelle parti di batteria) ricorda quello utilizzato da queste band senza tuttavia scadere in una copia. Questa band ha un suo stile e lo si nota soprattutto nelle melodie e negli effetti utilizzati.
La seconda traccia "Awake" ha nel giro di basso, con la quale inizia, la sua colonna portante, la chitarra ammorbidisce i contorni senza eccedere nè ingombrare con la sua presenza, il cantato è costantemente melodico ma più intenso durante il ritornello. Si tratta di una canzone meno aggressiva rispetto al brano d'apertura, il tema di fondo è lo stato d'animo umano che si confronta con la natura e in questa si riflette.
Proseguendo il viaggio all’interno delle sonorità dei Revolve ci tingiamo di “Blue”. Questo terzo brano dal ritmo molto incalzante inizialmente, grazie alla costante presenza della chitarra di Fukuda e all’abilità del batterista Guenther, perde un po’ della sua grinta a causa della parte centrale,parlata, eccessivamente lunga. Il testo si sviluppa intorno alla domanda “Cos’è reale?” Manning vuole così mettere a confronto il mondo reale con quello mentale e spirituale.
Arriviamo così a “Center” canzone che dura oltre sette minuti e mezzo. Riemerge qui la costruzione del brano tanto cara ai Tool. Nonostante la lunghezza del brano, non si viene annoiati dalla melodia che, pur ripetendosi in due parti musicali identiche all’inizio, continua con un lungo intermezzo durante il quale entrano in gioco anche le tastiere e la potente voce di Manning che alterna la sua intensità e lascia spazio a parte interamente musicali e assoli di chitarra.
Il viaggio nella musica dei Revolve ci fa approdare al quinto brano di questo album, “No Mind”. Questa canzone si apre con un’ intro di batteria campionata, voce e alcune note di chitarra che con l’utilizzo di un delay riescono a creare un tranquillo tappeto musicale. Il ritornello è decisamente più di impatto, la chitarra di Fukuda diventa più aggressiva e la canzone acquista un tono più grintoso che viene successivamente diluito in con una dose di calma caratterizzante lo special ( forse anche in questo caso un po’ troppo prolungato).
Il brano successivo “Leading” si basa sull’ottima sezione ritmica, in particolar modo, sull’incalzante ritmo frutto del lavoro alla batteria di Guenther che ricrea l’atmosfera delle danze degli indiani d’America; la parte di cantato completa l’intento conferendo al brano profondità, impossibile non lasciarsi trasportare dal suono di questa canzone.
Il disco termina con “Keys” la traccia più lunga fra quelle proposte, ben otto minuti e cinquantatre secondi.
Nonostante la durata, il brano risulta sempre abbastanza veloce in un continuo di crescendi che esplodono in ritornelli sempre differenti durante i quali la voce esprime tutta la sua potenza. Sempre perfetta la sezione ritmica e la capacità espressiva delle chitarre che con poche note sostiene il pezzo.
Complessivamente il disco suona davvero bene e risulta certamente apprezzabile da tutti coloro che amano le canzoni d’atmosfera,talvolta complesse nella costruzione, ma sicuramente sintomatiche di una grande abilità tecnica del gruppo. Forse in un paio di brani alcuni intermezzi possono risultare un po’ eccessivi, si rallentano brani che inizialmente hanno una grande spinta sonora. Sono comunque imperfezioni comprensibili in un primo album autoprodotto.
Il talento dei Revolve è indiscutibile, con un po’ di fortuna e un buon contratto discografico potrebbero sicuramente farsi apprezzare da molti, anche se ,purtroppo, qualità e gradimento di pubblico spesso non vanno di pari passo. In bocca al lupo!

OmaR
Voto: 7
TRACKLIST:

1. Open
2. Awake
3. Blue
4. Center
5. No Mind
6. Leading
7. Keys