Usato garantito. Questa la lapalissiana definizione accostabile ai Dark New Day, nuovo progetto formato da navigati esperti del settore nei cui curriculum spiccano importanti permanenze in compagini quali Sevendust, Tommy Lee band, Stuck Mojo, Stereomud, Skrape, Doubledrive, Creed e Virgos Merlot; "Twelve Year Silence" è il loro disco di debutto ed il titolo non è certamente scelto a caso: i dodici anni silenziosi ai quali si fa riferimento altro non è che il periodo di tempo impiegato dai componenti per formare la band. I ragazzi infatti si conoscono da tempo immemore ed il progetto Dark New Day è qualcosa che avrebbe dovuto nascere già dodici anni or sono ma poi, causa strade diverse intraprese dai musicisti, non se ne fece più nulla. Progetto rinviato di dodici anni appunto: un lungo arco temporale durante il quale i fratelli Clint e Corey Lowery - rispettivamente chitarrista e bassista - il loro amico d'infanzia Troy McLawhorn (chitarrista anch'egli) , il cantante Brett Hestla ed il batterista Will Hu hanno maturato preziose esperienze e capacità da porre al servizio del nuovo giorno oscuro.
Sebbene gli stessi membri annoverino tra le influenze principali mostri sacri quali Led Zeppelin, Black Sabbath, Motley Crue, Iron Maiden, Smashing Pumpkins, Tool, Kings X, Nine Inch Nails e Stevie Wonder, il suono pulito ed elaborato è inequivocabilmente riconducibile alle esperienze passate, mischiando la pesantezza dei Sevendust alla distorsione melodica dei Doubledrive, aggiungendo elementi limitrofi al post-grunge poggiati su parabolici riffoni palesemente riecheggianti la classica atmosfera Tooliana.
Nelle loro precedenti esperienze tutti i membri hanno sempre giocato un ruolo importante nella stesura e realizzazione delle canzoni, il che ha come logica conseguenza che il materiale targato Dark New Day goda di solidità strutturale impressionante, una musicalità coesa e lineare il cui status finale risulta essere un prodotto di evidente buona qualità senza comunque offrire soluzioni eccessivamente variegate, costruendo tracce rette dallo stesso iter di scrittura remando verso una direzione precisa che possa fornire la band di una chiara e determinata essenza sonora; nel sempre praticato gioco dell'incastro i Dark New Day si inseriscono nell'affollato panorama modern rock facendo l'occhiolino ai sottogeneri confinanti, andando a toccare anche punte più appartenenti a territori stoner.
Gli episodi più apprezzabili sono distribuiti equamente in tutto l'arco del disco, passando per "Taking Me Alive", "Brother", "Pieces", "That's Enough", "Lean" e la splendida chiusura di "Follow The Sun Down"; l'elemento più comune presente in tutti i brani è l'interpretazione vocale del cantante Brett Hestla, intrisa di arrabbiata sofferenza e malinconia combattiva senza cadere in lamentosi piagnistei, cercando di esplodere tutta la rabbia accumulata e derivante dalle poco piacevoli esperienze narrate nei testi, i quali sono appunto stati scritti tutti dallo stesso frontman.
Decisamente un'ottima new entry nel catalogo Groovebox.