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A PERFECT MURDER
STRENGTH THROUGH VENGEANCE
Che l'universo hardcore-death core-metalcore et similia sia un mondo sempre più avviato verso una totale (e conseguentemente dannosa) saturazione tale da rischiare una potente esplosione per sovraccarico di sistema è ormai un dato di fatto, i fatti parlano da sè: basti guardare tutte le uscite più recenti e le prossime che avverrano nel breve/medio periodo.
Nonostante codesto deterrente comunque, gli A Perfect Murder sono (anzi erano, ma ne parlerò più avanti) indubbiamente da annoverare tra le band di spicco della scena in questione, essendo tra i sempre più rari esempi in grado di apportare un minimo di diversificazione in un ambiente talmente legato alle proprie radici da risultare quantomai statico e scontato, pur essendo comunque in grado di offrire agli appassionati un catalogo sempre più ricco di gruppi in possesso di buone capacità compositive, concetto di cui sopra.
Ad un anno esatto di distanza dall'ultima creazione "Unbroken" la compagine canadese originaria del Quèbec, grande e fiera enclave francofona crogiolo di mille razze diverse, si rituffa a capofitto nell'universo alla cui espansione hanno essi stessi contribuito in maniera significativa; il ritorno sotto le luci dei riflettori è condito da una buona dose di spavalderia rispecchiata in uno slogan pubblicitario stampato a caratteri cubitali sulle mini-demo pubblicitarie, alzando quasi incoscientemente il tiro verso obiettivi fuori dalla portata di qualunque gruppo attuale: "Pantera is gone, Metallica is old, A Perfect Murder's new album is now!!!".
Suvvia non esageriamo, elevarsi all'olimpo di suddette band è quantomai impossibile per qualsiasi comune mortale, ma è tuttavia innegabile che gli A Perfect Murder non si nascondono dietro un dito cercando altresì di metterci cuore ed impegno per centrare l'obiettivo, non avendo timori di assumersi tutti i rischi del caso: sarà per questo che oggi ci troviamo di fronte ad una band completamente nuova, sia in termini di musicisti (la line-up è stata variata per tre quinti, cioè voce, seconda chitarra e basso) che la compongono sia in termini di impronta sonora. L'influenza Panteriana è più che palese in ogni canzone, toccando quasi morbosamente l'apice in "Snake Eyes", il cui riff iniziale è inopinabilmente identico alla leggendaria apertura della storica "Walk" firmata da Phil Anselmo e compagni; la title-track "Strength Through Vengeance" funziona bene da emblematica architrave del disco, con voce gutturale a metà tra il cantato ed il parlato proprio in stile Anselmo, accompagnata da una rullante sezione ritmica la quale svela una ulteriore ispirazione Slayeriana unita allo stile di un altro grande personaggio, rispondente al nome di Kirk Hammet. Questa ricetta è la base fondamentale su cui poggia l'intera nuova creazione APM, composta indubbiamente da canzoni di ottima fattura ma con un'inventiva praticamente pari a zero. Già, perchè la somiglianza con i Pantera c'è e nessuno lo avrebbe mai vietato, ma a tutto c'è un limite. Il troppo stroppia.
Ecco perchè questo disco a mio giudizio, seppur farcito di brani solidi e ben suonati, strappa una sufficienza ma niente di più: ho adorato "Cease To Suffer" ed anche "Unbroken", per quanto molto più banale e meno godibile, mi è piaciuto non solo per il sound preciso e ben definito, ma anche perchè quegli album sono stati il prodotto di musicisti con idee precise, con uno stile proprio anche se derivativo, dotati di carisma, personalità ed iniziativa personale; oggi invece gli A Perfect Murder sembrano quasi accontentarsi di essere poco più di una cover band dei 'cowboys from hell' ai quali tributare un omaggio sonoro, senza lasciare la benchè minima impronta personale e per di più tagliando nettamente tutti i ponti con il proprio passato, conservando come unico punto in comune il nome.
Insomma, probabilmente spaventati dall’abnorme afflusso di gruppi insinuatisi nel panorama e frettolosamente cresciuti come funghi, unitamente alle nuove idee stilistiche dei recenti acquisti di line-up, gli A Perfect Murder ripartono praticamente da zero, reinventandosi una nuova immagine alla quale sarebbe stato decisamente più consono associare anche un nuovo nome, scelta sicuramente più appropriata in termini etici (trattandosi, come detto in precedenza, di un lavoro il quale non ha nulla da spartire con i precedenti) ma, altrettanto sicuramente, penalizzante in termini di richiamo di massa.
In conclusione un disco che si presta a diverse interpretazioni, il palato di fans dei Pantera (come me) ne sarà abbastanza solleticato lasciando però un retrogusto amaro per i motivi fin qui illustrati.
Tempo
Voto: 6-
TRACKLIST:

1. Strength Through Vengeance
2. Black Hate Machine
3. Wake Up and Die
4. Snake Eyes
5. Path of Resistance
6. Deceit Of Man
7. Body and Blood
8. Rotten I
9. Suffocation Of Thought
10. Time Changes Nothing
11. Slay The Masses