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Dal 6 ottobre riparte GROOVE BOX su Radio Lupo Solitario 90,7 FM!
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ELECTRIC SIX
SEÑOR SMOKE
Cosa c’è di meglio degli incontenibili Electric Six per saziare la sacrosanta voglia estiva di svago allo stato puro e di evasione musicale? Le vie del crossover sono infinite e l’invitante stile del quintetto (a dispetto del nome) proveniente dalla roboante Detroit (ma di quasi adozione britannica) offre un mix perfetto ed appagante di sano rock e di lustrinata disco-music anni ’70… un drink assolutamente esplosivo, una manna dal cielo, un’ambrosia in grado di infiammare qualsiasi festa!
Il secondo disco della band precedentemente nota come Wildbunch (l’odierna line-up comprende Dick Valentine alla voce, The Colonel e Johnny Nashinal alle chitarre, John R. Dequindre al basso e Tait Nucleus ai sintetizzatori – il posto di batterista è vacante…) prosegue, infatti, sul modello inaugurato da “Fire”, attingendo senza misura al ripostiglio musicale dei decenni ’70 e ’80 (in prevalenza) e rimaneggiando il “maltolto” con inusitata abilità, profonda ironia e animo goliardico, operazioni all’insegna di due principali e tassative parole d’ordine: “rock’n’roll” e “divertimento”!
L’anima più rockeggiante degli Electric Six si esibisce in tutto il suo gagliardo istrionismo in occasione della mordente “Bite me”, coi suoi saporiti assoli al wah wah, del vintage-rock di “Rock and roll evacuation” (piano, tastiere, rumori, campionamenti e satira politica: “Mr. President make a little money sending people you don’t know to Iraq, Mr. President I don’t like you, you don’t know how to rock!”), dell’irresistibile new wave-punk-synth pop alla Iggy Pop di “Future boys”, dell’hard-rock sleazy della bollente (come il “sole di Capri”, recita il testo!) “Be my dark angel”, che auspica la reunion dei Jacksons e del “vibrante” garage punk’n’roll della gioviale “Vibrator”.
D’altro canto nessun buon party che si rispetti può dirsi tale senza un discreto numero di succulente hit ballabili che sappiano mandare in visibilio la pista: ed ecco dunque “Devil nights”, disco-funk in chiaro stile seventies, “Dance epidemic”, dilagante disco-dance di scuola Tom Jones, “Dance-a-thon 2005” (con la voce da crooner impazzito di Dick Valentine), che ci proietta negli anni ’80 dei Depeche Mode, il synth-motown-funky alla Dead Or Alive dell’androgina “Boy or girl?” (con tanto di divertente ordinazione al fast-food Big Burger) e del pot-puorri conclusivo di “Future is in the future” (sax, funky-rock, disco, voce soul alla Barry White, percussioni caraibiche, karaoke, Macarena e chi più ne ha più ne metta…!).
In aggiunta al sopraelencato ben di Dio, troviano due brevi e dilettevoli intermezzi, una storiella grottesca ed un minuetto piano-voce – stessa tecnica minimale adottata anche per “Taxi to nowhere” (in cui il vocalist sfoggia un’interpretazione parzialmente pattoniana) –, l’ironico e singolare lento “Jimmy Carter”, che cita i Backstreet Boys (“Backstreet’s back, alright”) e scherza sulle analogie tra boy-bands e presidenti U.S.A., e, dulcis in fundo, l’indovinata cover di “Radio ga ga” degli immortali Queen, un omaggio fedele, rispettoso ma proposto con gusto personale, fintanto nel finale con battimani “all together”.
La festa è finita, “Señor Smoke” smette di girare vorticosamente, scrosciano gli applausi per gli Electric Six, una band fuori dagli schemi e pressoché fuori di testa (un dubbio: potrebbero forse osare ancora di più?), una band diversa, capace di incarnare lo spirito rock smarrito dai più pur suonando corposamente pop e disco-dance, una band favolosa capace soprattutto di divertire e di intrattenere con la propria musica: una band di cui non se ne avrebbe mai abbastanza.
Silvio52
Voto: 8
TRACKLIST:

1. Rock And Roll Evacuation
2. Devil Nights
3. Bite Me
4. Jimmy Carter
5. (Pleasing Interlude I)
6. Dance Epidemic
7. Future Boys
8. Dance-a-thon 2005
9. Be My Dark Angel
10. Vibrator
11. Boy Or Girl?
12. (Pleasing Interlude II)
13. Radio Ga Ga
14. Taxi To Nowhere
15. Future Is In The Future