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BIOHAZARD
MEANS TO AN END
Nel bene o nel male, che vi piacciano o no, è innegabile che questi 'signori' provenienti da Brooklyn siano da considerarsi delle vere e proprie icone del rock ultrapesante, essendo stati, grazie all'esplosiva miscela di thrash-metal, hardcore, punk e addirittura hip-hop, una fonte di ispirazione per tutti i rookies spuntati negli anni successivi; in pochi forse si sarebbero aspettati un capitolo successivo a "Kill or Be Killed" del 2003, ed invece eccoli qui ed in splendida forma, sebbene ancora per poco. Già, perchè il titolo dell'album, "Means To An End", ed il relativo artwork con il quale si ripresentano al pubblico non potrebbero essere più emblematici e significativi: i Biohazard hanno infatti deciso di regalare ai propri estimatori un'ultimo lavoro per salutare nel miglior modo possibile quel mondo che li vede protagonisti sin dal 1990. Certo, alcuni sono arrivati prima di loro, altri ancora sono arrivati dopo ma sanno suonare meglio. Tutto vero, innegabile. Ma altrettanto innegabile è che i Biohazard abbiano un'importanza storica decisamente maggiore, praticamente fondamentale.
Ma il tempo passa per tutti si sa, nessuno indietro lo riporterà neppure noi (Max Pezzali docet) ed è quindi giunto anche per loro il momento di chiuder baracca e burattini per mille ragioni diverse: che sia per l'ormai avviata carriera di pornoattore del frontman Evan Seinfeld (protagonista di film a luci rosse girati unicamente con Tera Patrick, famosa pornostar nonchè sua moglie), per i progetti paralleli di altri componenti (ad esempio Billy Graziadei impegnato nei Suicide City assieme ad ex membri di Groovenics e Kittie), o semplicemente per la sensazione di non aver più nulla da dare e da dire, i Biohazard salutano la compagnia cercando di regalare ai fans un congedo il più dignitoso possibile, una produzione qualitativamente in grado di render merito alla lunga (e, per certi versi, controversa) carriera di questi newyorkesi.
"Kill or Be Killed" non poteva essere un addìo adeguato, e per fortuna non lo è stato, non era ancora il momento. "Means To An End" invece lo è, ed è giusto così.
C'è voluto uno spirito di sacrificio immenso per compensare alla sfortunata perdita della prima registrazione, ma senza perdersi d'animo la band ha saputo pazientemente ricostruire il tutto sfornando un disco energico, genuino e naturale, intriso di passione in quantità tale da poter essere percepita sin dal primo ascolto; il ritorno alle dorate sonorità di “Urban Discipline” (1992) e “State of the World Address” (1994) è percettibile in ogni minimo particolare, l'esplosivo estro ritrovato di Graziadei ed il rinnovato coraggio di Seinfeld non possono far altro che accrescere le somiglianze con il passato che fu, rimanendo comunque con i piedi per terra consci di non poter raggiungere, per ovvi motivi, il livello dei precedenti.
"My Life, My Way", "The Fire Burns Inside", "Devotion", "Kings Never Die", "Don't Stand Alone" (quest'ultima la mia preferita) sono pezzi realmente catalizzanti, delle vere e proprie canzoni killer atte a costituire la spina dorsale di una produzione assolutamente degna del nome che porta, una fluente e solida ispirazione ritrovata dopo circa un decennio di alti e bassi, un fecondo ultimo sforzo per consegnare definitivamente i Biohazard alla storia dell'hardcore.
Probabilmente dopo quest'album alcuni si rammaricheranno per questo pensionamento, ma in fin dei conti è decisamente giusto e doveroso congedarsi in questo modo: a mio giudizio la band ha dato tutto ciò che poteva dare praticamente spremendosi al massimo e svuotando completamente il proprio serbatoio di idee, per cui sarebbe inutile rischiare la realizzazione di un eventuale prossimo album, altissime sarebbero le probabilità che esso risulti un lavoro fortemente sotto le aspettative, andando così a 'macchiare' inutilmente (ed ulteriormente) il curriculum di un gruppo di siffatta importanza. Non sarebbe giusto. Per cui non ci rimane altro che rendere omaggio alla carriera di questi signori, dei quali certamente sentiremo ancora parlare, anche se probabilmente per tutt'altre cose.
Tempo
Voto: 6,5
TRACKLIST:

01. My Life, My Way
02. The Fire Burns Inside
03. Killing To Be Free
04. Filled With Hate
05. Devotion
06. Break It Away From Me
07. Kings Never Die
08. Don't Stand Alone
09. To The Grave
10. Set Me Free