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RAMMSTEIN
ROSENROT
Tra i principali motivi di vanto internazionale della Germania è possibile segnalare il prestigio, la potenza e la solidità delle vetture prodotte dalle celeberrime e lussuose case automobilistiche alemanne; il paragone tra siffatte imprese e la band tedesca per antonomasia, i Rammstein, è presto fatto: il mondo della musica, similmente a quello delle quattro ruote, appare frenetico e veloce ed – allo stesso modo delle berline connazionali – la band berlinese ha saputo guadagnarsi (con un sound, guarda caso, scoppiettante ed industriale) fama di fuoriserie, ottenendo ampi consensi all’estero e dando lustro mondiale al circuito musicale germanico.
Particolarmente elevata è anche l’affidabilità garantita da tali automobili e su questa base, nonostante i prezzi di listino spesso proibitivi, la domanda di mercato lievita con costanza… e la similitudine prosegue sul fronte degli incensati Rammstein: la richiesta di loro nuovo materiale è sempre altissima e per accontentare i numerosissimi seguaci, solamente a poco più di un anno dal precedente lavoro “Reise, Reise”, ecco arrivare sgommando nei negozi il glaciale digipak di “Rosenrot”, un disco espressamente e dichiaratamente assemblato con gli “avanzi di lavorazione” delle sessioni di registrazione del prodotto precedente.
Le “dodici ruote motrici” dei Rammstein hanno sempre offerto eccellenti prestazioni su qualsiasi tipo di terreno, dai rettilinei industrial-metal (che conciliano sprint e scintille) ai luoghi cupi e riflessivi dell’anima, che suggeriscono prudenza e ponderatezza: “Rosenrot” viaggia dunque su velocità alterne, preferendo però, tachimetro alla mano, sfruttare molto spesso il pedale del freno…
Non si poteva non cominciare con un bel pieno di “Benzin”! Il (buon) primo singolo appartiene alla scuderia delle “canzoni da corsa”, episodi tirati in cui sono di serie chitarre decise e trainanti: filano oltre la marginale “utilitaria” “Mann gegen Mann” pezzi da novanta come la conturbante “Zerstören” e soprattutto il pastiche tex-mex cantato in spagnolo semi-maccheronico (e con tanto di tromba, strumento presente anche sulla terza traccia) della gustosa “Te quiero puta!”.
Nel garage dei pezzi più prettamente melodici e moderati si trovano invece in primo piano l’emozionante ed altisonante “Wo bist du”, l’iniezione (letale?) di pop di “Stirb nicht vor mir – Don’t die before I do” (presumibilmente la canzone più leggera dell’inventario rammsteiniano, che vede la presenza di Sharleen Spiteri, cantante degli scozzesi Texas) e l’atmosferica e scemante – per non dire soporifera – “Ein Lied”. Le restanti canzoni conoscono scosse maggiori, ma sono pur sempre assimilabili alla categoria dei “lenti”: “Spring”, che sotto una facciata discreta, appare a conti fatti sommaria e troppo derivativa rispetto all’inquietante ombrosità di “Mutter”, l’ennesima infarcitura di un’orchestra d’archi su “Hilf mir” e per finire “Feuer und Wasser” e la title-track, che per quanto intense ed soddisfacenti paiono degli autocelebrativi esercizi di stile.
La rosa rossa (traduzione letterale di “Rosenrot”) sboccia ma non profuma, il quinto album (un prodotto destinato ai fan duri e puri) del sestetto piromane non guasta troppo la media ma risulta chiaramente inferiore ai predecessori: gli insuperabili Rammstein vengono dunque fermati e multati per eccesso di velocità… ma il serbatoio è ancora pieno, presto torneranno a sfrecciare.
Silvio52
Voto: 6,5
TRACKLIST:

1. Benzin
2. Mann Gegen Mann
3. Rosenrot
4. Spring
5. Wo Bist Du
6. Stirb Nicht Vor Mir – Don’t Die Before I Do
7. Zerstören
8. Hilf Mir
9. Te Quiero Puta!
10. Feuer Und Wasser
11. Ein Lied