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THE LUCKY NINE
TRUE CROWN FOUNDATION SONGS
Narra la leggenda che i The Lucky Nine nascono da un’idea di Daniel Carter la cui militanza come bassista degli A (sebbene qui lo ritroviamo come chitarrista) gli ha permesso di creare i primi embrioni delle canzoni che saranno poi sviluppate ed incluse in “True Crown Foundation Songs”; infatti le bozze da lui partorite ai tempi di “Hi-Fi Serious” poco si addicevano allo stile degli stessi A e per questo motivo la decisione di congelarle per poi lavorarci separatamente, con l’intenzione un giorno di trasformarle in qualcosa di più concreto. A lui si unì praticamente subito l’amico Richie Mills, ricordato per esser stato batterista nei Sunna e negli Earthtone9: ecco così che i due assieme decidono di fare sul serio, dando il via alla ricerca di un vocalist adatto alle esigenze del neonato progetto.
L’alchimia con Colin Doran, già voce degli Hundred Reasons, brilla sin da subito: Carter invia un paio di demo a Colin, chiedendogli di sceglierne una e cantarla. Il cantante butta giù linee vocali e testi, qui nasce “Vessel & Vine”, qui Colin si unisce alla band, qui nascono ufficialmente i The Lucky Nine; a questo punto è chiaro che la band necessita di altri due elementi a cui affidare basso e seconda chitarra. Entrambi i prescelti sono vecchie conoscenze di Carter: Ben Doyle alla seconda chitarra è stato suo compagno negli Above All (metalcore band con ideologie straight edge), mentre Justin ‘Jay’ Rowe fu suo compagno nei primi progetti musicali tentati in età adolescenziale. “True Crown Foundation Songs: Hymns Of History & Hidden Ritual” (questo il titolo esteso della release) è il disco di debutto e viene pubblicato dalla label inglese Hassle Records, ed arriva dopo un buon EP self-titled composto da cinque tracce.
La musica proposta da questi ‘fortunati’ inglesi presenta elementi in comune con i nostrani Out Of Project e potrebbe essere definita a grandi linee come un misto tra i Deftones con base post-hardcore, riff metallici, aperture emo/screamo e congetture a metà tra i Tool e i Fugazi, inserendo inoltre melodicità in chiave british rock in alcune chorus lines; questa sommariamente la descrizione del sound, lasciando comunque spazio ad alcune variazioni presenti in ogni singola traccia.
La struttura portante dei brani è un’alternanza complessiva tra parti più tirate prettamente stilizzate hardcore, condite di sgolati screaming grezzi e potenti, e rallentamenti con refrains tendenti al rock ed al post-grunge; un puro crossover di generi ben mescolati tra loro i cui migliori risultati rispondono ai nomi di “Vessel & Vine”, “Sweet Dreams. Lilac...”, “The Program”, “A Lucky Hit” e la closer “Lake Placid”.
La pecca del disco è quella di calare sulla distanza, cedendo il passo a cali di tensione e ad una leggera sensazione di monotonia dovuta anche in questo caso alle similitudini tra la struttura delle canzoni ma tutto sommato, complice anche la durata relativamente contenuta (circa 40 minuti), “True Crown Foundation Songs” si lascia ascoltare interamente d’un fiato senza intoppi dall’inizio alla fine. Buona la prima.
Tempo
Voto: 7
TRACKLIST:

1. Vessel & Vine
2. Sweet Dreams. Lilac...
3. The Program
4. The Light From Passing Cars
5. A Lucky Hit
6. How Have Things Changed?
7. Lone Pine Mall
8. Jacques Molay Is Avenged!
9. Hollowed Out
10. Hibernate
11. Washington Geometry
12. Lake Placid