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(HED) P.E.
BACK TO BASE X
L'agognata epurazione c'è stata. Finalmente. Pulizia quasi totale dei testi, serietà compositiva, abbandono uniforme degli eccessivamente malcelati desideri sessuali di Jared MCUD lasciano il posto a solide riflessioni sul sociale, mettendo in disparte le fastidiose parolacce da pseudo-fuorilegge musicale in funzione di liriche più sensate e più intelligenti.
Queste le fondamenta sopra le quali viene costruito "Back 2 Base X", nuovo album dei nostri cari (HED) P.E. i quali per l'occasione decidono di reindossare nuovamente le parentesi nominali perdute in occasione del recente "Only In Amerika".
La compagine dal linguaggio colorito ha solo recentemente chiarito le motivazioni dei due split consecutivi da altrettante case discografiche: il pomo della discordia con la Jive Records (la loro prima label) sarebbe stata la dipartita verso l'importante Universal da parte di un non-meglio-identificato manager-pigmalione principale sponsor del combo crossover, sostituito da un altro manager con pochissima fiducia in queste sonorità e musicisti. Dopo la Jive è arrivata quindi la Koch, etichetta indipendente che è riuscita a fare persino di peggio 'dimenticandosi' di pubblicizzare anche solo minimamente il recente "Only In Amerika", scatenando così le ire funeste di Mr. Jared - consapevole del fatto che molti fans con tutta probabilità nemmeno sono a conoscenza della pubblicazione di quel lavoro - sfociando infine in un divorzio senza rimpianti.
Per fortuna dei nostri è arrivata quindi la Suburban Noize la quale, armandosi di serietà e cieca fiducia, ha ributtato gli (HED) P.E. in pasto al mercato programmando un lungo tour tra Europa, Giappone e naturalmente U.S.A. di supporto al nuovo album.
Il sound scaturito da "Back To Base X" presenta più di una sorpresa per le orecchie di chi ascolta: la band mischia più volte le carte in tavola, giocando talvolta con artefizi elettronici che partoriscono particolari effetti sonori, esaltando una chiara matrice derivante dall'hip-hop/rnb moderno e ultra-commerciale, appesantendo le proprie idee con il ricorso ad una forte ispirazione punk-rock vecchio stampo, aggiungendo inoltre rallentamenti di lampante influenza reggae.
Viene così a crearsi un calderone nel quale vengono infilati brani spesso diversi tra loro, passando per l'hip-hop intriso di jazz con sprazzi di elettronica estrinsecato in "Listen" e "Novus Ordos Clitorus", il puro punk-rock di "Lock And Load" e "Peer Pressure", il rap-metal misto punk di "White Collars", il rock urlato di "Get Ready" - tra l'altro primo singolo e indubbiamente uno dei pezzi forti dell'album -, il reggae-ska addizionato hard-rock di "Sophia" (vagamente ricordante qualche recente pezzo firmato P.O.D.), gli Incubus degli esordi influenzati dai Rancid di "Beware Do We Go" - assolutamente pezzo migliore -, il ritorno all'origine crossover di "Daze Or War" e "Soitbe", la divertente spensieratezza rap-punk di "Sweetchops", l'Eminem chitarrizzato di "Lets Ride" per terminare con il reggae 'clashizzato' di "The Chosen One".
Il crossover/nu-metal degli albori si ritaglia un ruolo assai limitato nel dna di questa release trovando spazio solamente in poche occasioni, ma quest'album riesce comunque a riabilitare il nome (HED) P.E. dopo i recenti passi falsi grazie ad un songwriting più maturo e ad una produzione decisamente più organizzata ed oculata, ripresentandoci un gruppo finalmente più concentrato seriamente sulla voglia di creare musica piuttosto che sulla fastidiosa provocazione verbale fine a sè stessa.
Tempo
Voto: 6+
TRACKLIST:

01 - "Listen"
02 - "Novus Ordos Clitorus"
03 - "Lock And Load"
04 - "White Collars"
05 - "Get Ready"
06 - "Sophia"
07 - "Peer Pressure"
08 - "Bewaredowego"
09 - "Daze Of War"
10 - "Sweetchops"
11 - "Soitbe"
12 - "Lets Ride"
13 - "The Chosen One"