Suoni taglienti, canzoni veloci come schegge impazzite e soprattutto liriche sfrontate e mai banali, sparando in faccia al mondo tutta la rabbia di cui l'hardcore è sempre stato portatore sano; questo il nuovo album dei Terror "Always The Hard Way", uno dei pochi gruppi ancora in grado di proporre un magistrale compromesso tra hardcore e metal seguendo le linee guida dettate dai maestri Hatebreed.
Qualcuno poteva forse aspettarsi un passo avanti, una sorta di 'evoluzione', nel limite del consentito, dal precedente "One With The Underdogs": invece "Always The Hard Way" torna ad esplorare gli albori del gruppo rintracciabili nei primi EP creati dalla band ("Lowest Of The Low" su tutti) proponendo sonorità grezze e parti vocali esplosivamente cariche di rabbia interiore, una miscela atomica naturalmente curata da Zeuss, ormai inconfutabilmente considerabile produttore-guru del genere.
C'è spazio anche per qualche fugace ospitata come già accaduto per il lavoro precedente: stavolta i 'prescelti' sono Eddie Sutton dei Leeway e Aaron Knuckles dei Death Threat, ma la vera sorpresa del disco proviene da quel minuto di baldanza hip-hop di “Dibbs And Murs Check In” con la partecipazione, come evidenziato dal titolo, dei due 'masters of ceremonies' Murs e Mr. Dibbs, un omaggio al genere da parte del frontman Scott Vogel, grande appassionato di hip-hop.
29 minuti di pura ferocia musicale spalmata su 14 tracce della durata media di due minuti consolidano i Terror tra le punte di diamante dell'hardcore metal confermandoli a livelli tali da poter reggere egregiamente il confronto con pigmalioni del calibro di Hatebreed, Biohazard e Madball.
E gli appassionati comprenderanno che questo non è un complimento da poco.