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BURY YOUR DEAD
BEAUTY AND THE BREAKDOWN
C’era una volta una band, di nome Bury Your Dead, proveniente dal regno della Victory Records, la quale dovette affrontare numerose peripezie prima di trovare il proprio assetto definitivo: narra infatti la leggenda che codesta compagine - il cui embrione nasce e si sviluppa a Boston - abbia cambiato volto almeno 14 volte, tante quante il numero di differenti musicisti entrati e usciti dal gruppo nella sua breve storia.
Questa la fiabesca introduzione in piena sintonia con la scelta dei titoli delle canzoni facenti parte del nuovo disco “Beauty And The Breakdown”; dopo aver fatto parlare di sé un paio di anni or sono con il precedente “Cover Your Tracks”, composto da brani i cui titoli erano nient’altro che film con protagonista Tom Cruise, questi musicisti del Massachusetts ripetono il simpatico esperimento proponendo undici nuovi brani i cui titoli si ispirano apertamente ad elementi citati nelle fiabe più famose, dalla casa di paglia dei tre porcellini (“House Of Straw”) alla mela avvelenata di Biancaneve (“The Poison Apple”), dalla scarpetta di cristallo di Cenerentola (“A Glass Slipper”) allo ‘specchio specchio delle mie brame’ (“Mirror, mirror...”) della Regina cattiva ancora nella favola di Biancaneve.
Viene così a crearsi un gustoso contrasto con il violento incedere delle canzoni firmate BYD: la miscela musicale proposta dal gruppo è infatti un metalcore brutale senza gongolamenti melodici, duro e puro con la forza di una devastante produzione metal di alto livello a cura di un grande come Jason Suecoff (Trivium, God Forbid), permeato di riff granitici e saldamente poggiato su un groove tritaossa; non manca l’ormai consolidato clichè delle staccatone mosh e solidi accenni di matrice hardcore, elementi perfettamente amalgamati in un sound decisamente pregevole, in grado di violentare i timpani dell’ascoltatore con invidiabile intelligenza creando un clima di coinvolgimento assoluto e portando il disco su livelli mostruosamente elevati. La spregiudicatezza e la fantasia dei Bury Your Dead comunque non si riversano solamente sui titoli delle tracce, ma cercano anche di scardinare la ‘compostezza’ di un genere notoriamente poco incline alle sperimentazioni: pur senza stravolgere l’impalcatura delle canzoni e del genere stesso, Mat Bruso e soci cercano un tratto distintivo inserendo brevi segmenti elettronici (alcuni perfino rasenti la techno da discoteca) nella maggior parte delle proprie idee sonore senza tuttavia snaturare, come affermato pocanzi, il pentagramma originale. L’omogeneità della proposta musicale fa sì che non vi sia una canzone migliore delle altre, permettendo al disco di mantenere una continua qualità palindroma dal primo all’ultimo dei 34 intensi minuti di durata.
I Bury Your Dead hanno così piazzato il colpo risolutivo fondamentale per la propria carriera, pennellando indiscutibilmente ciò che deve essere considerato il loro miglior album, certamente annoverabile inoltre tra le migliori uscite del 2006.
Tempo
Voto: 7,5
TRACKLIST:

1. House Of Straw
2. A Glass Slipper
3. The Poison Apple
4. Twelfth Stroke Of Midnight
5. Trail Of Crumbs
6. A Wishing Well
7. Let Down Your Hair
8. Mirror, mirror...
9. Second Star To The Right
10. The Enchanted Rose
11. House Of Brick