groovebox
Dal 6 ottobre riparte GROOVE BOX su Radio Lupo Solitario 90,7 FM!
La trasmissione andrà in onda ogni Giovedi dalle 20 alle 21!
Per contattarci in diretta:
sms: (+39) 334 2247977
E-mail: onair@radiolupo.it
Groovebox
UNEARTH
III: IN THE EYES OF FIRE
Gli Unearth sono tornati e reclamano l'importanza che giustamente spetta loro nel mondo del metal. Per farlo non esitano a buttarsi nel fuoco, fiamme pure che bruciano qualsiasi stereotipo metallaro, assurgendosi a simbolo di rigenerazione fisica, materiale e psicologica, espandendo il proprio calore nel freddo mondo metal del nuovo millennio.
"The Oncoming Storm" è stato un ottimo disco e non c'è dubbio, ma la completezza e la varietà di "III: In The Eyes Of Fire" elevano gli Unearth ad un livello superiore: c'è di tutto in questo nuovo lavoro, c'è hardcore, c'è metalcore, c'è la 'nuova ondata di american metal', c'è heavy metal, c'è death metal ma soprattutto c'è dell'ottimo thrash metal. La maturazione della band è evidente e passa attraverso le encomiabili chitarre gemelle di Ken Susi e Buz McGrath, le cui eccellenti prestazioni fanno da perfetta controparte all'altrettanto egregia prestazione vocale di Trevor Phipps, certo non un virtuoso dotato di impressionante poliedricità ma in grado comunque di lasciare la propria firma a caratteri cubitali in ogni canzone: pur rimanendo legato allo stile canoro che ha caratterizzato le precedenti release, stavolta la voce di Trevor risuona più potente e penetrante rispetto al passato, trasmettendo ai brani una forza impressionante tramite la quale esplodere liriche possenti, creative ed introspettive.
La produzione dell'immenso Terry Date fa il resto, trascinando il disco verso un elevato gradimento da parte di critica e pubblico appartenenti ai diversi sottomondi interiorizzati nella società metal, essendo in grado di centrare quel piccolo punto d'incontro nel quale convergono mosh, headbanging, riff scandinavi e breakdowns devastanti; ma l'essenza di "III: In The Eyes Of Fire" non può e non deve essere limitata ai quattro elementi citati pocanzi, la complessa struttura delle canzoni rivela nuovi elementi ad ogni ascolto, risultando per questo meno immediato e con minor facilità d'ascolto rispetto ai lavori ad esso antecedenti, ma molto più tecnico e raffinato che non può non affascinare.
Tempo
Voto: 7,5
TRACKLIST:

01. This Glorious Nightmare
02. Giles
03. March of the Mutes
04. Sanctity of Brothers
05. The Devil Has Risen
06. This Time Was Mine
07. Unstoppable
08. So It Goes
09. Impostors Kingdom
10. Bled Dry
11. Big Bear and the Hour of Chaos