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PAPA ROACH
THE PARAMOUR SESSIONS
Il nu-metal è ormai un ricordo. Piacevole ma lontano. Questo concetto rapportato ai Papa Roach era chiaro ormai da qualche anno ed il nuovo lavoro "The Paramour Sessions" non fa altro che consolidare questa tesi timidamente presentata già con "Lovehatetragedy", ed in seguito prepotentemente affermata con l'ottimo "Getting Away With Murder": oggi la compagine californiana è considerabile a tutti gli effetti una modern rock band, uno stile grazie al quale Jacoby Shaddix - le cui pose facciali sempre più criptiche si fondono ad un improponibile taglio di capelli indubbiamente fashion (a voi decidere se sia bene o male) - riesce a dare libero sfogo alla propria creatività esplorando la propria vena melodica e coniugandola alle solite buone dosi di rock adrenalinico.
Il titolo del nuovo album deriva dalla Paramour Mansion, un edificio sito a Los Angeles sin dal 1923 e considerato monumento storico oggi adibito a studio di registrazione nel quale sono passati, tra gli altri, artisti eccellenti quali H.I.M., Elton John, Sting, Red Hot Chili Peppers e persino qualche scena del film "Scream 3"; i Papa Roach hanno qui vissuto per circa sei mesi scrivendo quasi interamente la quarta release della carriera, registrata poi al Bay 7 Studio di L.A. assieme ad Howard Benson nelle vesti di co-produttore.
Il primo singolo "...To Be Loved" parte subito forte, incanalando immediatamente il disco sul binario giusto guidandoci in un esagono di canzoni esaltanti trovando i picchi di massimo splendore in "Crash" (la migliore), "Forever" e "I Devise My Own Demise"; con il passare dei minuti però il disco paga pegno per l'energia sin qui espressa calando di intensità e perdendosi in un paio di tracce poco convincenti come "Time Is Running Out" e "What Do You Do?", le quali vanno a costituire l'anello debole della release contagiando in parte anche la successiva melodìa "My Heart Is A Fist". Con "No More Secrets" la band rialza per l'ultima volta il ritmo prima di tuffarsi completamente nel trittico finale costituito da tre brani nei quali la componente melodica ed emozionale prende il sopravvento; "Reckless" fonde gli stili di Aerosmith e Audioslave, "The Fire" è una ballata hard rock tradotta in chitarre distorte, mentre la chiusura "Roses On My Grave" è una splendida sinfonia nella cui prima parte Jacoby canta accompagnato unicamente da un'orchestra nella quale si ergono soavi parti di violino, aggiungendo solo in un secondo momento il combo chitarra-basso-batteria, creando così una splendida atmosfera dando quel tocco di teatralità che va a chiudere nel miglior modo possibile l'album. La bonus track è costituita da una versione live di "Scars" tratta dal dvd "Live and Murderous In Chicago", pubblicato nel novembre 2005.
Sicuramente non un disco strabiliante, ma ancora una volta i Papa Roach soddisfano i propri ammiratori sfornando un lavoro molto apprezzabile ed orecchiabile, sebbene a mio giudizio leggermente inferiore al precedente "Getting Away With Murder".
Tempo
Voto: 7
TRACKLIST:

1. ...To Be Loved
2. Alive (N' Out Of Control)
3. Crash
4. The World Around You
5. Forever
6. I Devise My Own Demise
7. Time Is Running Out
8. What Do You Do?
9. My Heart Is A Fist
10. No More Secrets
11. Reckless
12. The Fire
13. Roses On My Grave
14. Scars (Live)