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PEEPING TOM
PEEPING TOM
“Peeping Tom” è un lungimirante film del 1960 che narra le gesta di un giovane cineasta psicologicamente disturbato, un personaggio che incarna le perverse caratteristiche del serial-killer e soprattutto del voyeur… L’impegnatissimo Mike Patton si è ispirato proprio al protagonista del thriller diretto da Michael Powell (a sua volta modellato su una figura della leggenda di Lady Godiva) nel battezzare la sua ultima filiazione: l’ex uomo immagine dei Faith No More ha soggiornato in quasi tutte le stanze del Maniero della Musica (rock, metal, crossover, jazz, ambient, ecc.), tranne una; avendola trovata chiusa, si è accontentato di spiarne l’interno attraverso il buco della serratura.
Stanco di calarsi nei panni di un lurido guardone, Patton ha dunque chiesto ed ottenuto la collaborazione di un’equipe ben assortita di mastri ferrai grazie ai quali è stato possibile forgiare la chiave universale in grado di spalancare le porte del… pop.
L’album omonimo dei Peeping Tom è senza timore di smentita il prodotto più accessibile mai sfornato dalla Ipecac Recordings ed il progetto più “facile” mai concepito dalla mente contorta del genio di Eureka: basta dare una scorsa ai nomi delle guest star coinvolte per farsi un’idea del calibro delle armi e dell’insolito campo di battaglia su cui il Generale Patton – che qui oltre a cantare suona chitarre, basso, percussioni, tastiere e strumenti elettronici vari –schiera stavolta i suoi reggimenti. I territori della musica popolare moderna appaiono sconfinati, andando ad abbracciare le sonorità dei ghetti delle metropoli americane così come le vibrazione dei club house europei: nascosto per anni nel buio ad origliare, Peeping Tom ha imparato sia il linguaggio del rap che i codici della musica elettronica. Hip-hop è la parola d’ordine di “Getaway” (ospite Kool Keith, uomo di fiducia dei Prodigy), “How U feelin?” (con Doseone a rimare su una cadenza funk-sperimentale) e del singolo “Mojo” (featuring il produttore Dan “The Automator” Nakamura – quello dei Gorillaz – e la “human beatbox” Rahzel; da vedere il relativo videoclip, con un simpatico cameo di Danny DeVito); d’altro canto, beat elettronici dettano il ritmo di “Kill the DJ” e “Don’t even trip” (trip-hop d’alta scuola in compagnia dei Massive Attack e di Amon Tobin), “Five seconds” e “Celebrity deathmatch” (lounge drum‘n’bass‘n’turntables in cui fanno squadra Odd Nosdam ed il resident DJ Kid Koala – unico membro fisso assieme al batterista dei Melvins Dale Crover della big-band pattoniana). Le distese del pop vengono ulteriormente esplorate con il piano-blues alla Burt Bacharach – idolo di Mike P. – di “Your neighborhood spaceman” (ancora Odd Nosdam con Jeffrey James Logan, detto Jel), con la bossa nova brasileira di “Caipirinha” (che vede la cantante carioca Bebel Gilberto alle backing vocals) e col funky-smooth-soul di “Sucker”, secondo pezzo arrangiato da Dan The Automator, con una sensuale Norah Jones al microfono. La conclusione del disco è appannaggio di “We’re not alone”, una canzone alt-rock tratta dall’ultimo lavoro dei Dub Trio, qui remixata e completata da un Patton in grande spolvero.
“Oops I did it again”, recita – motteggiando il famoso tormentone di Britney Spears – alla fine di “Mojo” un compiaciuto Mike Patton: l’anima degli “spioni” Peeping Tom ha colpito ancora, centrando il bersaglio con un sonoro ed onomatopeico “pop”, una visione della musica popolare/radiofonica raffinata ed idilliaca che non mancherà di attirare sguardi indiscreti e curiosi.
Silvio52
Voto: 7,5
TRACKLIST:

1. Five Seconds
2. Mojo
3. Don’t Even Trip
4. Getaway
5. Your Neighborhood Spaceman
6. Kill The DJ
7. Caipirinha
8. Celebrity Deathmatch
9. How U Feelin?
10. Sucker
11. We’re Not Alone (Remix)