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CONVERGENCE
POINTS OF VIEW
"Definire la musica dei Convergence etichettandola o catalogandola in un genere sarebbe riduttivo: i 10 brani che compongono il loro album di esordio “Points of View” sono infatti una sintesi esplosiva di sonorità post-metal, rock ed elettroniche". Una descrizione che si è sentita molto spesso, ovunque, con lo scopo di creare appeal e fascino attorno ad un nome nuovo che irrompe (o vorrebbe farlo) nella scena musicale. Una descrizione spesso però bugiarda molte volte contrapposta alla cruda realtà. Non è però il caso dei Convergence. Assolutamente no. Tutt'altro. In questo caso, la descrizione in questione è decisamente adeguata.
E' infatti difficile racchiudere in un unico termine le note espresse da questo quartetto di origine emiliana: partorito inizialmente nel 2004, "Points Of View" entra impetuosamente nella scena mondiale datata 2006 grazie all'accordo con la label inglese Copro Records e contando sul prezioso supporto distributivo per mano della Plastic Head, potendo così vantarsi di vedere il proprio opus girovagare in paesi quali - tra gli altri - Australia, Germania, Canada, Corea, Messico, Spagna e Sud Africa. La differenza tra l'edizione 2004 e quella del 2006 sta anche nel nuovo artwork, passando dalla lettera stropicciata di un paio d'anni fa alla visuale del guidatore di un'automobile diretto verso un nebuloso quartiere industriale.
L'album è un concentrato di molteplici ispirazioni amalgamate tra loro con sorprendente equilibrio, dove un pentagramma di concezione prevalentemente rock viene violentato da distorsioni chiaramente derivanti soprattutto dai primi Korn, creando la base ideale per inclinazioni canore molto vicine ad un incrocio tra i Pearl Jam e i Mudhoney più aspri ed esasperati, farcendo ulteriormente il menù con inserti elettronici che partono da semplici effetti ambientali per spingersi, in alcuni frangenti, sino ai limiti della techno.
Ne scaturisce un suono particolare, originale e soprattutto molto interessante, valorizzato da cambi di tempo ficcanti ed esaltanti, giocando inoltre - come affermato pocanzi - con ingenti quantità di effetti sonori che lasciano trasparire l'irrefrenabile voglia di sperimentazione e la sicurezza delle proprie idee; e le idee di certo non mancano ai Convergence, sollazzandosi in un rifacimento in chiave rock dello strano caso del dr. Jekyll e di Mr. Hyde, dove la formula melodica non resiste alla tentazione di rifugiarsi in sfuriate riversate in accelerazioni urlate e viceversa.
L'inquietudine di "Bleed", il nu-metal puro ricercato con "Strike The End", l'ammiccamento post-grunge di "Listen" (la mia hit personale), la malinconìa rock della splendida "Six Feet Under", l'atmosferica "Always the Same", la furente "Breath", l'inconfondibile marchio Pearl Jam della bellissima "Vanished Memories", la ritmica disco-techno-industrial dissolta in nu-metal di "Silent", il rock melodico di "Nothing Else" per chiudere con la cavalcata "Train To Leave", quest'ultima assurgibile a perfetto emblema dei Convergence racchiudendo in un solo brano tutti gli elementi sin qui espressi e disseminati in corso d'opera.
Un lavoro molto maturo ed interessante firmato da una band che non ho paura di annoverare tra le migliori proposte italiane del momento. Da scoprire.
Tempo

TRACKLIST:

1. Bleed
2. Strike the end
3. Listen
4. Six feet under
5. Always the same
6. Breath
7. Vanished memories
8. Silent
9. Nothing else
10. Train to leave