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TRIVIUM
THE CRUSADE
Le emozioni ostacolano la ragione.
Le emozioni hanno guidato ben presto il nome Trivium a scalare la classifica delle preferenze mia - a suo tempo definii "Ascendancy" indiscutibilmente disco dell'anno ed anche più - e di molte altre persone. La ragione ha invece portato i Trivium ad irritarsi per l'abusata etichetta di 'gruppo metalcore' da troppi a loro erroneamente (o superficialmente, se preferite) affibbiata spingendo i giovani musicisti a voler mettere a tutti i costi le cose in chiaro. Parte così la crociata contro l'odiata bollatura, creando un nuovo album, "The Crusade", con lo scopo di fugare ogni dubbio rispecchiandosi in un'unica definizione: thrash metal. Puro. Inconfondibile. Per certi versi retrò. Checchè ne dica il gruppo nascondendosi dietro ai soliti "non vogliamo essere considerati appartenenti solo ad un genere". Pensiero troppo svalutato e ormai utilizzato solo come riempitivo nelle interviste.
Praticamente a tutti viene in mente specialmente un nome accostabile: Metallica. La somiglianza è talmente esposta e palese persino per ammissione della stessa band; la ricetta è semplice, basta prendere i primi capolavori quali "Ride The Lightning" e "Master Of Puppets" e regalargli l'affinità commerciale e la ruffianità del self-titled volgarmente chiamato "Black Album".
Ma ci sono altri due fantasmi che aleggiano prepotenti nel pentagramma strumentale: il primo è individuabile in quei Megadeth capitanati dal controverso Dave Mustaine - uno dei gruppi in assoluto preferiti dai Trivium - mentre il secondo risponde al nome di un'altra fondamentale realtà del thrash anni '80, ovvero gli Exodus. Questo devastante mix viene ulteriormente mescolato ad influenze ed assoli che prendono alla leggera gli insegnamenti di gente come i Maiden. Giusto per non farci mancare nulla. Capelli lunghi di Matt compresi.
Già in molti passaggi di "Ascendancy" comunque i Trivium esprimevano ammirazione viscerale per queste conosciute icone metal e per questo motivo la svolta intrapresa non deve sorprendere, perlomeno riferendosi alla parte ritmica.
E' la parte vocale a presentare il cambiamento più sostanziale: il growling non c'è più.
Questo tuttavia non ne stravolge certo lo stile: la maggior parte delle strofe infatti viene costruita ed interpretata più o meno con lo stesso criterio e la stessa cadenza delle perle in "Ascendancy", con Matt Heafy che semplicemente rinuncia ai vocalizzi gutturali estrinsecati nel recente passato sfruttando l'incredibile somiglianza con l'impostazione timbrica di James Hetfield, culminando nei refrain melodici ormai consuetudine tipica dei Trivium.
Il trittico d'apertura "Ignition", "Detonation" e "Entrance Of The Conflagration" è la parte del disco che meglio rappresenta le congetture di Bay Area, "Anthem (We Are The Fire)" tiene fede al titolo rivelando inclinazioni perlappunto anthemiche in stile heavy metal, "Unrepentant" parte introdotta da una chitarra figlia di "Through The Never", "And Sadness Will Sear" rallenta la velocità sin qui espressa optando per un andamento più modulato, "Becoming The Dragon" strizza l'occhio ai Testament confessando distrattamente un piccolo genoma metalcore, "To The Rats" è una manata in faccia che trae ispirazione dagli Slayer e via discorrendo su questi livelli si giunge alla chiusura affidata alla title-track esclusivamente strumentale "The Crusade", il cui paragone con "Orion" dei Metallica è già diventato sin troppo inflazionato.
Il guerriero riportato in copertina che lotta contro un drago (quest'ultimo non visibile nella front cover in quanto ritratto sul retro del booklet) non può non far pensare al guerriero reso metallaro dai Manowar; l'interno del booklet è più che altro basato sulla presenza dei testi e sui soliti ringraziamenti, tra i quali spiccano quelli a Metallica ed Iron Maiden per aver realizzato il sogno di suonare con loro. Con una nota finale viene poi ricordato Dimebag Lance Abbott Darrel.
Come si può facilmente evincere quindi "The Crusade" si presenta più vario ed eterogeneo di "Ascendancy", dando un magistrale tocco di gioventù e freschezza ad un genere rimasto ancora legato - dopo due decadi - ai soliti nomi; il compromesso puntato è semplice da intendere, i Trivium vogliono iscrivere alla 'vecchia scuola del metal' le nuove leve conquistate lo scorso anno con la prima release su Roadrunner, cercando al contempo di ingraziarsi i metallari di lungo corso con lo scopo di creare una classe di età mista. E non vi sono dubbi che, grazie all'enorme potenziale a disposizione, ci riusciranno. Cavalli vincenti, scommessa sicura.
Tempo
Voto: 8,5
TRACKLIST:

01.Ignition 
02.Detonation   
03.Entrance Of The Conflagration   
04.Anthem (we Are The Fire)     
05.Unrepentant 
06.And Sadness Will Sear 
07.Becoming The Dragon 
08.To The Rats 
09.This World Can’t Tear Us Apart 
10.Tread The Floods 
11.Contempt Breeds Contamination 
12.The Rising 
13.The Crusade