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DUFRESNE
ATLANTIC

Nel film "Le ali della libertà" Dufresne è un mite bancario ingiustamente carcerato a causa di errate accuse di duplice omicidio mosse nei suoi confronti; dalle violenze iniziali subìte dai compagni di prigionìa, pian piano l'ex direttore di banca riesce a guadagnarsi rispetto e favori grazie allo sfruttamento delle proprie amicizie nel mondo esterno, creando attorno a sè una piccola comunità che torna a credere nel significato della parola 'speranza', un concetto in forte contrasto con la detenzione ergastolana alla quale molti dei presenti sono stati condannati.
Ma Dufresne è anche il nome di una delle più belle realtà musicali italiane. Nati nel 2004, i nostri si sono fatti strada grazie a diverse apparizioni a supporto di affermati artisti quali Linea 77, Verdena, From Autumn To Ashes, The Bled e Hell Is For Heroes. Finchè qualcuno li ha notati. E qui inizia la favola del combo vicentino. David Lenci (One Dimensional Man) li aiuta nella produzione di tracce che parlano italiano. Darian Rundall (Pennywise, Suicidal Tendencies) li prende in consegna negli U.S.A. per la produzione di tracce anglofone. Marzo 2006 arriva il contratto con la V2 Records (famiglia Sony Music, per intenderci). Ottobre 2006 arriva la pubblicazione del nuovo album "Atlantic".
Undici brani divisi tra inglese e italiano che incorporano la facilità del punkrock, la mezzanità dell'emo, l'aggressività dell'hardcore, la dissonanza dello screamo, la baldanza del nu-metal, la solidità del metal senza disdegnare passaggi elettronici che fungono da spezia prelibata utile a caratterizzare maggiormente lo stile dei Dufresne; le influenze sono chiare, si va dai primi Deftones ai Poison The Well, dagli Underoath ai Will Haven, dai Thursday ai Linea 77, dagli Every Time I Die ai 36 Crazyfists.
Aggressività incessante finalizzata alla melodìa è il diktat sul quale "Atlantic" viene costruito sfoggiando uno dopo l'altro pezzi di indubbio valore; un caos sonoro domato con estrema intelligenza e padronanza soprattutto nei picchi di massimo splendore come la opener "Nexiest Lucies", "Readymade complaints", "Fashion kills romance" e "Opera". Qualche saporita trama di tastiera in più avrebbe forse potuto regalare maggior fascino e completezza alla release.
"Atlantic" probabilmente non è un disco che ridisegnerà le regole dell'intero movimento rock, ma di certo fa parte di quella cerchia di lavori atti ad aumentarne il livello e la qualità. Saranno famosi.

Tempo

TRACKLIST:

01. Nexiest lucies
02. Root is a flower that disdain fame
03. Baba Yaga
04. Un lungo sacrificio
05. Readymade complaints
06. Fashion kills romance
07. Opera
08. Under pressure...you retract!
09. Un fuoco dentro
10. Siamo tutti illusi di esere nel giusto
11. A word that rimes with shame