I Disciple sono un quartetto proveniente da Knoxville (Tennessee) formatosi nel lontano 1992 e fanno indiscutibilmente parte della congrega Christian Rock grazie a testi fortemente basati sulla morale Cristiana: molti sono infatti i riferimenti ai punti cardine di questa dottrina religiosa, trattando temi come la fede ("Oh Jesus I can't take the hate anymore Save us from ourselves before"), l'amore ("we live we die we fight for love"), il perdono ed il rispetto ("I'm not afraid of loving my enemies Turning the other cheek Blessing those that would curse me").
Dal punto di vista musicale, Kevin Young e compagni si avvicinano molto all'attuale modern rock dei Papa Roach, il cui volteggio tra atmosfere melodiche ed aggressioni rock viene incattivito da frequenti parti di screaming che sanno molto di The Used, ricorrendo talvolta anche a qualche passaggio semi-rappato; la parte strumentale nasce principalmente da un crossover tra i Disturbed e gli Chevelle appoggiandosi al punkrock per alleggerire e velocizzare la ritmica, cercando costantemente di centrare il compromesso tra melodìa ed aggressività già rincorso dalle linee vocali e che piace tanto alle radio americane.
Praticamente tutti i brani della tracklist possono contare su ritornelli catchy di facile presa grazie alla ruffianità pop-metal con la quale vengono concepiti; il disco riesce comunque ad offrire buona pluralità di soluzioni diverse ma strettamente collegate tra loro.
L'apertura "Regime Change" esplora il territorio nu-metal, "Love Hate (On And On)" è la traccia più veloce che strizza l'occhio al punkrock, "My Hell" sdogana atmosfere introspettive, la title-track "Scars Remain" mescola segmenti di screaming pesante e passaggi quasi tendenti al metalcore con accelerazioni più limpide e leggere, "Game On" fa del rap-metal il proprio perno portante, "Someone" è una commistione tra Disturbed e Nonpoint, "After The World" si accomoda su rock melodico alla Bon Jovi, quest'ultimo la cui più spregiudicata versione anni '80 viene richiamata nella successiva "Dive", "Fight For Love" lascia trasparire qualche cromosoma comune con i 36 Crazyfists, "Purpose To Melody" ritorna sul nu-metal di apertura addizionando qualche vaga ridondanza rappata e la chiusura "No End At All" riprende la melodìa di "After The World" aggiungendoci una parte iniziale che sembra estrapolata da "Mother Love" dei Queen.
"Scars Remain" è quindi un album sicuramente poco impegnativo che presenta tratti abbastanza scontati e derivativi, ma il cui ascolto indubbiamente risulta gradevole e lineare grazie ad una forte affabilità 'easy-listening', guadagnando il titolo di miglior lavoro in carriera per i Disciple.