Dove il freddo non si sente, dove il sogno fa sognare, dove il giorno muore solo per ricominciare. Là, esattamente là, dove la luce del giorno va a coricarsi lasciando spazio all'evanescenza della notte, arriva il nuovo album dei Killswitch Engage.
Due anni e mezzo dopo la pubblicazione di "The End Of Heartache" (maggio 2004), ritornano i pigmalioni del metalcore melodico con un nuovo album, "As Daylight Dies", il cui compito per molti è opporsi con forza alla ferrea regola dell'allievo che supera il maestro dimostrando senza se e senza ma che, nonostante tutti gli elementi a loro rubacchiati e scopiazzati dai diversi trend-follower nati o convertitisi negli ultimi anni, Adam D. e compagni hanno qualcosa che gli altri non hanno: la classe. Pura e sopraffina, inarrivabile per dei semplici allievi e/o imitatori occasionali.
E' palese dove vogliono arrivare i KsE con il nuovo lavoro: nell'altalenante contrapposizione giocosa tra le emozionanti clean vocals ed il growl supersonico per gola dell'incredibile Howard (...Jesse who?), stavolta ad avere la meglio è l'assuefante cantato pulito che sfrutta al massimo il maggior spazio concesso, disegnando sul pentagramma melodie forse inflazionate ma indubbiamente coinvolgenti e cariche di fascino intrinseco.
Adam Dutkiewicz dal canto suo non ci sta a farsi rubare la scena guardando impassibile tramite miriadi di vetri frantumati (dai quali tra l'altro ne ricava un artwork particolare che domina le poche pagine a ventaglio del booklet, in cui possiamo dedicarci alla lettura dei testi fedelmente riportati sotto lo sguardo intimidatorio della band che ci osserva tramite finestre scheggiate), ma si dedica alla costruzione pezzo per pezzo, mattone per mattone, nota per nota, riff per riff, di muri di chitarra indistruttibili, esplodendo come al solito sei corde di granitica passione infarcendo ulteriormente la propria prestazione utilizzando anche un altro tipo di corde, quelle vocali: all'estroso chitarrista-producer com'è noto non piace limitare il proprio raggio d'azione, ed eccolo quindi impegnato in alcuni passaggi urlati spingendosi "all'attacco" di Howard il quale certo non si sottrae al duello, rispondendogli per le rime trasformando la sfida in un duetto che fa bene al morale della squadra.
A lungo andare però il disco rivela le proprie pecche: la tracklist è infatti costantemente incentrata e sviluppata sulla stessa prassi, ripresentata in ogni singolo brano.
Evidentemente il successo passato di perle quali "My Last Serenade" e "When Darkness Falls" hanno convinto il combo del Massachusetts che questa sia realmente la formula vincente, ed ecco di conseguenza l'abuso dell'appeal melodico. Questo inevitabilmente ne comporta perdita parziale del fascino di cui sopra. Peccato.
Ciò non toglie comunque che i pezzi presenti in "As Daylight Dies" siano singoloni con potenzialità da hit spaccaclassifiche: "Daylight Dies", "This Is Absolution", "My Curse", "Still Beats Your Name", "Break The Silence", "Reject Yourself" costituiscono una pregiata collezione di gemme di cui tutti gli imitatori passati, presenti e futuri vorrebbero vantarsi.
Non si grida al capolavoro nè all'album 'quasi perfetto', ma in poche parole i Killswitch Engage regalano ancora una volta ai propri fans - e probabilmente non solo a loro - un motivo in più per amarli.