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POISON THE WELL
VERSIONS
La maestosità degli iceberg, la violenza del mare, il candore perpetuo ed abbagliante della neve: ancora una volta da una semplice immagine ritratta in copertina si può ricavare l'essenza di un disco targato Poison The Well.
La maestosità di un suono onesto violentato da sfuriate improvvise, sublimando idee sonore che creano un'atmosfera ardita ma trasognata, ipnotica come un paesaggio nordico interamente innevato, come quella Svezia che ancora una volta ha adottato la compagine della Florida fornendo tutta quella pace e tranquillità necessaria per trovare la giusta ispirazione.
I tre "sopravvissuti" Jeffrey Moreira, Ryan Primack e Chris Hornbrook sembrano divertirsi come matti a creare musica che non possa rientrare in un solo e limitativo genere preciso, ripetendo infatti i deliziosi esperimenti di quel "You Come Before You" vecchio ormai di quattro anni, osando maggiormente nelle sperimentazioni utilizzando elementi che desterebbero stupore se il nome in questione non fosse questo, se la band non si chiamasse Poison The Well.
Ma con i Poison The Well (e scusate la ripetizione) è ormai chiaro che - come canta un odierno fenomeno giovanile - 'se lo vuoi tutto è possibile', riuscendo a far risuonare naturali nel contesto mandolini, chitarre suonate con il bottleneck, corni a fiato, banjo: è così che il combo di Miami riesce ad aprire i propri orizzonti differenziandosi da tutto e da tutti.
Post-hardcore, punk, metal, screamo e metalcore formano la base di partenza che viene poi totalmente stravolta e resa irriconoscibile da virtuali ambientazioni surreali, atmosfere emozionali, elettriche, maestose: le idee si rivolgono poi al rock più classico, al country e al blues (questi ultimi richiamati tramite utilizzo dello slide), non affiorando in superficie ma creando un solido e pregevole intreccio di background utile a rendere il sound più avvolgente e a tratti catartico.
Accelerazioni più cattive come "Letter Thing", "The Notches That Create Your Headboard", "Prematurito El Baby", segmenti quieti e passionali come "Nagaina", "Slow Good Morning", le vie di mezzo ricercate in "Breathing's For The Birds", "You Will Not Be Welcomed", il caos generato da "Composer Meet Corpse", la sorprendente e tranquilla particolarità di "Riverside" (da molti assurta a perfetto emblema della nuova direzione del gruppo) per chiudere con la ruvida oniricità distorta di "The First Day Of My Second Life": tutto questo rende la scaletta incerta fino all'ultimo, dando in un certo senso un sapore di 'mistero' in corso di svolgimento al viaggio sonoro racchiuso in "Versions".
In un'epoca musicale in cui tutto ciò che è 'core' fa tendenza e spesso diventa motivo di vanto e ostentazione (soprattutto stilistico-cibernetico) più che di effettivo gusto personale per molti personaggi assetati di protagonismo, i Poison The Well danno un virtuale schiaffo morale agli schiavi delle mode pseudo-alternative assestandosi ancora una volta in un nuovo ed elitario genere: il capolavoro-core.
Tempo
Voto: 8,5
TRACKLIST:

1. Letter Thing
2. Breathing's For The Birds
3. Nagaina
4. The Notches That Create Your Headboard
5. Pleading Post
6. Slow Good Morning
7. Prematurito El Baby
8. Composer Meet Corpse
9. You Will Not Be Welcomed
10. Naive Monarch
11. Riverside
12. The First Day Of My Second Life