“Sedici fette di cremosa audio-bontà – Classiche canzoni dei Primus riconfezionate per la vostra praticità d’ascolto e per il nostro beneficio finanziario”: più onesti di così si muore! Avete sempre ritenuto che gli album “greatest hits” siano delle manovre commerciali belle e buone atte solamente a spillare soldoni ai consumatori di musica e a rimpinzare il conto in banca di case discografiche ed avidi artisti? Ebbene, i Primus sono perfettamente d’accordo con voi! La collezione di “singles” dell’estroso trio comandato dal Colonnello Claypool non contiene infatti alcuna traccia inedita o nuovo materiale di sorta (beh, a voler essere puntigliosi, la “Shake hands with beef” qui presente è una versione unreleased ed “extended”, più lunga di una manciata di secondi rispetto all’originale, ma praticamente identica nella sostanza…). Nessuno sforzo, costi limitatissimi (qui è da mettere in conto soltanto l’intervento di rimasterizzazione digitale) e margine di profitto pressoché assicurato: ecco riassunta la filosofia di ogni “best of” che si rispetti! Ed i Primus – con l’ironia che li contraddistingue da sempre – sono i primi ad ammetterlo: questo non è un cd, è un bene di consumo, un prodotto da centro commerciale… e come tale è incartato ed offerto al pubblico! Questa è proprio bella: la copertina (fronte e retro) di “They can’t all be zingers” è disegnata sulla pellicola esterna e riproduce l’involucro semitrasparente di un pacchetto di gustosissime fettine di formaggio fuso! Ed una volta rimosso delicatamente il cellophane, il “cacio show” ovviamente prosegue col giallo gruviera che tinteggia integralmente libretto, dischetto e rimanente artwork… insomma, gli allergici ai latticini sono avvisati.
Bisogna dunque ammettere – con un filo di acquolina in bocca – che non tutte le compilation riepilogative vengono per nuocere: dopo più di venti anni di onorata carriera i Primus ne avevano tutto il diritto. E poi questo “best of” rappresenta un utilissimo bigino ad uso e consumo di quanti si vogliano affacciare per la prima volta sull’orlo dell’incoerente microcosmo primusiano.
Il Primus cheese fila e fonde e insaporisce ogni pietanza: il funky-metal di “To defy the laws of tradition”, il rockabilly redneck di “Wynona’s big brown beaver”, il retrò folk di “Over the falls”, la trasvolata prog di “Southbound pachyderm”, la ballata tradizional-popolare di “Coattails of a dead man”, l’extravaganza space-western di “Over the electric grapevine” e perfino il testo polemicamente politicheggiante di “Too many puppies”. La cena è servita, aggiungi un posto a tavola fianco a fianco ai commensali più bizzarri: John il Pescatore, Jerry il Pilota di Auto da Corsa, Tommy il Gatto alias Tom Waits, Alowishus Devadander Abercrombie detto Mud e Mary il Cubetto di Ghiaccio… ci sono proprio tutti i simpatici protagonisti delle amene favole musicate che hanno contribuito a rendere inimitabile il mondo dei Primus. E poi c’è l’impareggiabile basso di Mr. Claypool: col balletto sincopato di “Those damned blue-collar tweekers”, il nervoso parlottio di “DMV” e il tronfio contrabbasso di “Mr. Krinkle”, Les ostenta le sue capacità da capogiro in un continuo e giocoso rincorrersi con il chitarrista Larry LaLonde ed il batterista Tim Alexander.
“They can’t all be zingers” – il cui notevole packaging rivaleggia comodamente con quello di “10,000 days” dei Tool e con l’omonimo dei Peeping Tom – è il sostanzioso snack ideale per grandi e piccoli buongustai… come recita lo slogan pubblicitario: Primus, impossibile resistere.