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KORN
UNTITLED
C’è un incubo che tormenta le notti di tanti romanzieri e poeti. Si tratta della sindrome del foglio bianco, dello sciopero delle muse, di ciò che comunemente si definisce “blocco dello scrittore”; che sia la penna a non volerne sapere di partorire inchiostro o il cursore a lampeggiare implacabilmente immoto, il risultato rimane il medesimo: l’appuntamento salta, l’ispirazione non si fa vedere e lascia quindi l’autore – amante deluso – a commiserarsi tra pagine stracciate e frasi a metà… L’altra faccia della luna rischiara invece scrittori la cui vena creativa parrebbe inestinguibile: è il caso, per esempio, di Stephen King. Il “Re” della letteratura horror non può non scrivere, non ci sono ostacoli che tengano, la necessaria operazione di traslazione dalla mente alla carta è l’esorcismo grazie al quale l’alter ego di Richard Bachman si libera dai suoi fantasmi interiori: impossibile tenersi dentro certe storie, la testa detta, la mano scrive ed il libro prende vita.
Il paragone tra Korn e Stephen King sorge spontaneo: Jonathan Davis scrive ed interpreta parole suggerite da un dolore intimo e profondo, la musica assume la valenza di una catarsi terapeutica grazie a cui pensieri, ansie ed orrori che non possono essere taciuti trovano realizzazione e sostanza in pillole agre denominate canzoni. Niente può rallentare od interrompere la regolarità produttiva dei Korn: impassibile di fronte al time-out chiesto da David e forte del rodaggio unplugged, il trio Jonathan-Munky-Fieldy rispetta le scadenze e – puntuale come un best-seller del padre di “Misery” – pubblica il disco n. 8. Il successore di “See you on the other side” – al quale non è stato imposto un titolo preciso – ne conferma quasi in toto il team tecnico: il coautore e producer Atticus Ross è fisso in pole position, mentre il pool dei Matrix ha lavorato part-time prima della risoluzione consensuale del rapporto; Terry Date ha poi mixato in compagnia della new entry Alan Moulder. La conta degli alleati prosegue con il tastierista Zac “Muso-di-cavallo” Baird e con i batteristi interinali Brooks Wackerman (Bad Religion, Suicidal Tendencies) e – udite, udite – Terry Bozzio, maestro del drum-set già associato a Frank Zappa e Fantômas. Merita un occhio di riguardo anche la componente grafica, affidata al pennino dell’illustratore Richard Kirk, moderno Doré che plasma grottesche figurine mischiando Clive Barker, “Berserk” e “Alice nel Paese delle Meraviglie”.
Dopo il breve giro di valzer da carillon dell’intro, “Untitled” parte in quarta con l’altissimo voltaggio industrial di “Starting over” e con la nevrotica scostanza di “Bitch we got a problem”; se con “Evolution” si discute foscamente, appunto, di (d)evoluzione planetaria, lo stile-Korn, preso atto di qualche accorgimento e arrangiamento, appare lontano da una vera rivoluzione musicale. L’ossessiva e pestata “Innocent bystander” e “Killing” – col suo ritmo da macabra filastrocca – conservano dunque per molti versi i classici e benamati tratti korniani; tuttavia non mancano brani diversi come il macchinoso lento “Do what they say”, la nenia al sapor di mandolino “Hushabye” oppure l’altera melanconia di “Kiss”, episodi che inanellano Killing Joke, Cure e Beatles. Anche la lettura delle liriche riserva qualche interessante sorpresa: Jonathan torna col pensiero alla patologia sanguigna che lo ha colpito, si fa forza con la gotica “Hold on” e dedica amorevolmente l’apprensivo prog-metal di “I will protect you” ai propri figli; ecco infine un paio di pepate frecciate indirizzate al “santarellino” Head, tacciato di ipocrisia ed irriconoscenza – si vedano quel bonbon new romantic di “Love and luxury”, oltre alla sinfonica “Ever be”.
“Senza titolo” ma colmo di argomenti, “Untitled” lascia qualche punto di domanda sospeso a mezz’aria ed una solida certezza: impossibile fare a meno dei Korn, lunga vita ai nostri… “Kings”.
Silvio52
Voto: 7,5
TRACKLIST:

1. Intro
2. Starting Over
3. Bitch We Got A Problem
4. Evolution
5. Hold On
6. Kiss
7. Do What They Say
8. Ever Be
9. Love and Luxury
10. Innocent Bystander
11. Killing
12. Hushabye
13. I Will Protect You