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ATREYU
LEAD SAILS PAPER ANCHOR
Gli Atreyu sono cambiati. Dopo essere letteralmente esplosi grazie all'ottimo "The Curse", album grazie al quale hanno contribuito ad alzare e fissare gli standard del metalcore melodico, la band californiana ha iniziato un progressivo abbandono di tali stilemi lasciando quasi completamente da parte lo screaming favorendo un gusto per la voce pulita che potesse andare incontro alle esigenze di una maggiore fetta di pubblico.
Teoria più che accennata con "A Death-Grip On Yesterday", teoria confermata con il nuovo lavoro "Lead Sails Paper Anchor", prodotto che sancisce l'esordio sul mercato dopo il divorzio a sorpresa dalla Victory Records e l'accordo ancor più a sorpresa con la Roadrunner Records (ad eccezione degli U.S.A., dove vige un contratto con la Hollywood).
Amati od odiati che fossero, fino a "The Curse" gli Atreyu perlomeno suonavano come gli Atreyu: con "Lead Sails Paper Anchor" gli Atreyu suonano quasi come i Papa Roach di "The Paramour Sessions". Chiaro. Semplice. Indiscutibile.
Da quando Alex Varkatsas ha imparato a cantare, gli Atreyu hanno dato una ripulita al proprio stile spostandosi verso una formula composta prettamente da ruffianità emo farcita da semplicità quasi pop-punk con un retrogusto che trasuda glam/hard-rock anni '80 (lampante l'esempio di "Blow", cantata assieme a Josh Todd dei Buckcherry).
Ma questo, a mio modo di vedere, non è abbastanza per giustificare il 'gioco al massacro' che sta prendendo piede nella maggior parte della critica specializzata: nonostante tutto infatti gli Atreyu si confermano un progetto ancora abbastanza valido, in grado di creare buone canzoni.
Ma forse il problema sta proprio qui: in ambito metalcore melodico gli Atreyu erano tra i primi della classe, annoverabili tra i gruppi in grado di alzare il livello del genere in qualsiasi momento; ora invece gli Atreyu sono soltanto una delle tante proposte mainstream senza particolari motivi di esaltante interesse.
E sì che Varkatsas e soci le provano tutte arrivando persino a proporre una cover (bonus-track) di "Epic" dei Faith No More, ma questo non basta per lasciare il segno specialmente se si tenta di proporre qualcosa che voglia ambire a mescolare in quaranta minuti generi e stili nei quali gli Atreyu certamente non eccelgono.
"Lead Sails Paper Anchor" è quindi solamente uno dei tanti buoni dischi il cui ascolto risulta godibile per un determinato lasso di tempo, ma non rivelandosi chiaramente memorabile  finirà con l'essere dimenticato.
Tempo
Voto: 6,5
TRACKLIST:

1. Doomsday
2. Honor
3. Falling Down
4. Becoming the Bull
5. Two Becomes One
6. Lose it
7. No One Cares
8. Can"t Happen Here
9. Slow Burn
10. Blow
11. Lead Sails (and a Paper Anchor)
12. Epic (Faith No More cover bonus track)