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STATIC-X
CANNIBAL
“The truth is out there”, la verità è là fuori: era questo il motto dell’agente dell’FBI Fox Mulder, il determinato protagonista (assieme alla fascinosa e scettica Dana Scully) della fortunata serie televisiva “X-Files”. Inspiegabili fenomeni paranormali, ipotesi extraterresti, incontri ravvicinati, teorie cospiratorie e leggende metropolitane: nonostante la “X” in comune, nulla di tutto ciò ha a che vedere con la musica industrial nu-metal degli Static-X… ciononostante il caso è ancora aperto e lo schedario degli “static-x-files” si arricchisce adesso di un nuovo fascicolo… Bando ai misteri e largo all’orrido! Ossa spolpate e coltelli affilati fregiano la copertina di “Cannibal”, questo il forte titolo scelto per il quinto, voracissimo studio album del gruppo fronteggiato dal – peraltro vegetariano – signor Wayne Static. Se per una volta non ci sono da riportare cambiamenti di formazione (il chitarrista Koichi Fukuda, reintegrato in rosa in seguito allo scabroso “affair Eisen”, si è meritato senza problemi il rinnovo del contratto) bisogna invece segnalare l’evidentissima sterzata del sound della band verso lidi palesemente thrash-metal: con in testa (distrattamente?) Prong e Slayer viene fuori un disco stantio imbottito di irritanti assoli di chitarra, sforzi vocali al limite del masochismo ed in generale di pesantezze gratuite.
E quindi che metal sia! Attenzione ai cattivissimi morsi dello Static, c’è da farsi male già col cyber-thrash della title-track posta in apertura (a proposito degli assoli di chitarra citati: qui è l’axeman ospite John 5 – ex Marilyn Manson ed attualmente in forza alla compagine di Rob Zombie – a dare il là allo stillicidio); thrash chiama thrash ed ecco quello revisionato al vocoder della robotica “Chemical logic”. Gli Static-X restano fedeli ai soliti stilemi meccanico-industriali e dunque non dicono mai no all’aiuto offerto dalle tecnologie: la base composta al computer di “Behemoth” richiama ed attualizza l’electro-krautrock dei Kraftwerk, mentre ascoltando il ritmo ben avviato di “No submission” è facile immaginare un avveniristico videogame di corse spaziali. Ma il pepe dell’elettronica, se viene dosato senza fantasia, inevitabilmente va a finire di traverso: il singolo di routine “Destroyer” è completamente sprovvisto di qualsivoglia verve, l’unico colore suggerito da “Chroma-matic” è un anonimo e spento grigio metallo, la cadente “Forty ways” e la finale “Team hate” offrono la solita broda riscaldata… e l’impulso elettrico della track 10 è di una monotonia disarmante. Fin qui le (tante) note dolenti. Purtroppo non c’è da fare i salti di gioia neppure in prossimità delle canzoni meno difettate del lotto… Salviamo il salvabile: “Cuts you up” non è male ed altrettanto accettabile è l’andamento di “Goat”; “Reptile”, poi, è forse il brano che riesce a fuoriuscire maggiormente grazie ad un interessante slancio da “folk-rock impazzito”… come e più solito, però, gli Static-X si accontentano di un pareggio senza sforzi e senza coraggio e puntualmente esce il segno “X” che li contraddistingue, uno scialbo zero a zero, un punticino risicato che non può migliorare il bilancio di un album in forte deficit.
La spedizione degli Static-X tra le tribù antropofaghe si rivela essere una vera e propria missione suicida: l’intransigente rudezza di “Cannibal” sbugiarda e rovina l’equilibrata equazione di metal melodico raggiunta con la bontà di lavori quali “Shadow zone” e “Start a war” ed il passo compiuto verso il thrash altro non è che un passo verso il baratro della perdizione musicale.
La verità è là fuori? La verità è che lo stato degli “Statici” è privo di segnali positivi. Nessun mistero… x-file chiuso?
Silvio52
Voto: 5
TRACKLIST:

1. Cannibal
2. No Submission
3. Behemoth
4. Chemical Logic
5. Destroyer
6. Forty Ways
7. Chroma-Matic
8. Cuts You Up
9. Reptile
10. Electric Pulse
11. Goat
12. Team Hate