Nonostante l'invito espresso nel titolo di questo nuovo lavoro, le luci della ribalta per gli Adema si sono spente ormai da tempo, precisamente dal giorno in cui il fratellastro di Jonathan Davis, ossìa il cantante Marky Chavez, decise di porre fine alla propria avventura negli Adema.
Gli successe Luke Caraccioli, presente nell'ultima produzione "Planets", ma anch'egli preferì poi seguire altre strade.
Sembrava quindi una storia destinata ad una logica conclusione, ed invece no: gli Adema si rifanno il look ed ingaggiano Bobby Reeves nel ruolo di nuovo vocalist con alle spalle esperienza nei Level, band di Los Angeles dalla quale proviene anche il nuovo chitarrista Ed Faris.
"Kill The Headlights" viene così realizzato e dato alle stampe senza troppo clamore nè alte aspettative, proseguendo sulla strada di heavy rock melodico già intrapresa con "Planets": il passato nu-metal non manca di fare capolino in alcuni segmenti del disco - specialmente in "Waiting For Daylight" -  ma ciò si riduce ormai solo ad un ricordo lontano, lasciando il posto definitivamente a ruffianità radiofoniche in pieno modern rock americano interpretato con attitudine prettamente pop.
Le canzoni di "Kill The Headlights" appaiono nel complesso meno cantilenanti rispetto al precedente lavoro, favorendo un miglior dinamismo e rivelando un Bobby Reeves meno pulito ed intonato in confronto a Caraccioli ma maggiormente versatile ed adatto all'odierno stile degli Adema.
La fase di transizione è quindi ufficialmente terminata, oggi gli Adema sono a tutti gli effetti una modern rock band che ha tagliato i ponti col passato staccandosi definitivamente l'etichetta nu-metal che li ha accompagnati dall'inizio; "Kill The Headlights" si propone quindi come un buon disco che certamente non potrà ambire a chissà quali traguardi ma altrettanto certamente non va a sfigurare nel panorama del rock radiofonico a stelle e strisce.