I Jane’s Addiction… uno dei gruppi più influenti ed acclamati della scorsa decade, padrini del nuovo rock a 360° cui si devono pietre miliari quali “Nothing’s shocking” e “Ritual de lo habitual”… i Porno For Pyros… lo stadio successivo, un’interessantissima combutta crossover che visse una serie di momenti di gloria culminata nell’esibizione a Woodstock ’94… il Lollapalooza… il primo vero megaraduno del rock alternativo, il festival itinerante per definizione, la Woodstock del futuro… tutte le strade portano al pioniere Perry Farrell: è lui il songwriter ed interprete della poetica dei Jane’s Addiction, è lui la voce fuoriclasse degli outsider Porno For Pyros ed è sempre lui il cervello ribelle che ha concepito l’idea vincente del Lollapalooza tour. E la vecchia volpe Perry Farrell è felice ed orgoglioso di presentare la sua nuova creazione musicale: seconda stella a destra, questo è il cammino… lassù c’è un satellite che brilla come una stella… tutte le luci sono accese, that’s a party… in alto i cocktail, si brinda ai Satellite Party.
Finita per la seconda (o terza?) volta l’avventura dei Jane’s Addiction, Farrell si rimette in gioco ed in discussione con la collaborazione dell’ex chitarrista degli hard-rockers Extreme (quelli di “More than words”, per intenderci) Nuno Bettencourt, del batterista Kevin Figueiredo e della mogliettina Etty Lau, ballerina di professione qui riciclata come – poco utile – corista. Le proposte del padrone di casa Perry abbracciano lo smooth jazz di “Mr. Sunshine”, il pop labile di “Milky ave”, il punk di “Insanity rains”, ed arrivano a comprendere l’anima disco-music nel corpo rock di “Only love, let’s celebrate” ed il metal-dub psichedelico da vertigini del pezzo forte “Ultra payloaded Satellite Party”.
Intorno ad “Ultra payloaded” gravita una moltitudine di stellari guest star: c’è innanzitutto il duo british electronic-trance degli Hybrid (proprio quelli che costrinsero gli Hybrid Theory a cambiare nome in Linkin Park, per la cronaca) che fornisce il programming a tre tracce – il piacevole pop-rock esteta del singolo “Wish upon a dog star” (ah, qui ci sono pure le backing vocals della diva Fergie dei Black Eyed Peas), “Kinky”, col suo coretto un po’ troppo kitsch, oltre alla ballata alla U2 “Awesome” –; gli stimati DJ/produttori noti come Thievery Corporation donano alla causa “Revolution solution”, pezzo del 2005 che vedeva Perry al microfono che viene qui rivisitato (con il titolo “The solutionists”) in chiave chic chillout/acid jazz; le foto ricordo di questo sfavillante party ritraggono anche il bassista dei New Order Peter Hook, il ritrovato Peter DiStefano dei Porno For Pyros ed un’orchestra al gran completo condotta dal compositore Harry Gregson-Williams, l’autore della colonna sonora de “Le Crociate” e della trilogia dedicata all’orco buono Shrek; non potevano poi mancare i peperoncini di origine controllata e protetta Flea e Frusciante, che danno una bella spallata “red hot & funky” ad “Hard life easy”. Ma la lista degli invitati alla festa non è finita… il nome Jim Morrison non vi dice nulla?! La sorpresa del vocalist ospite di “Woman in the window” è da infarto: quella del Re Lucertola è una voce dal passato da brividi, una registrazione perduta recuperata chissà come dai forzieri dei Doors.
Un Perry Farrell forse troppo “distratto” da questioni umanitarie ed ecologiche (il dibattutissimo problema del riscaldamento globale – portato all’attenzione dell’audience musicale dall’evento Live Earth – sta particolarmente a cuore al musicista) non riesce a sfoggiare l’irripetibile condizione smagliante dei tempi dei Jane’s Addiction… la classe però non è acqua e – grazie all’aiuto di amici e parenti vicini e lontani – il Satellite Party funziona… No Perry, no party!