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(HED) P.E.
INSOMNIA
I dettami della qabbalah – la dottrina mistica ebraica su cui si basa l’interpretazione allegorico-simbolista delle Sacre Scritture – attribuiscono un preciso significato ad ogni singolo numero: il 6, in particolare, possiede una duplice valenza, in quanto da un lato rappresenta il benevolo patto d’intesa tra Abramo – padre del popolo di Israele – e Dio (il sesto giorno il Padreterno creò l’uomo e sempre sei sono le punte della Stella di David, emblema del sionismo) e dall’altro, quale prodotto della Trinità per la separazione (3 x 2), si pone al fianco delle forze di Satana (tre volte sei, 666, è la cifra maligna che marchia l’Anticristo)… Ad avere a che fare con tali astrusi intrighi cabalistici c’è decisamente da perdere il sonno… Volere celeste? Diaboliche macchinazioni? O semplice caso? …il sesto disco degli (hed)p.e. si intitola proprio “Insomnia”.
Nel nome della continuità con il precedente “Back 2 base X”, il nuovo lavoro della band di un Jahred Shane sempre più ossessionato dalla cabala, esce anche questa volta per la Suburban Noize Records – piccola ma intraprendente etichetta discografica specializzata in underground “street music” – e perseguita a scivolare tra i solchi di un punk-crossover “old school” a metà strada tra Suicidal Tendencies e Downset.
La funzione di “Insomnia” comincia con il sermone pulp growl-rap del burbero emcee di origine carioca (“Madhouse”) e con il vortice strepitante di “Walk on by”, dopodiché è già ora di punkeggiare: il soddisfacente funky-core militante di “Game over” (tutti in coro, “uhn, I, need some hed”!) mette in mezzo pure Sid Vicious, mentre il SoCal sound di “Habeus”, malgrado le breaking news da telegiornale sistemate come intro della canzone, non meriterebbe certo un’edizione straordinaria. E non è finita qui: oltre alla toccata e fuga di “C2GU”, c’è “Don’t let me down”, pezzaccio di – come direbbe amabilmente lo stesso Jahred – “punk-pop shit” con uno spunto surfabilly ed una “Tienanman squared” che rammenta più i modi degli I Against I che quelli dei Bad Brains. Sbrigata la pratica punk-rock, gli (hed)p.e. – con una nota di strafottenza della serie “possiamo farlo meglio di chi lo fa di mestiere” – passano all’hip-hop, come quello gangsta/down tuned alla 2Pac di “Comeova2nite” oppure quello più funk proposto con la stancante “Wind me up”, brano allungato di qualche strofa – secondo le usanze del settore rap – dalla presenza degli ospiti Kottonmouth Kings e Tech N9ne; c’è poi da stendere un velo pietoso sul solito testo sessista e misogino di “Mirrorballin”… In tema di sonorità black fa una figura decisamente migliore “RTO”, un r&b singolarmente imbastardito dalla forza dell’hardcore-thrash; va bene anche il dub-metal del single “Suffa” (bravo il chitarrista Jaxon, ormai integrato a meraviglia nei meccanismi della band) e non guastano neppure “Children”, cover rimaneggiata di “For what it’s worth” dei Buffalo Springfield di Neil Young, e “Atlantis A.D.” che rimanda alle sonorità di “Broke “ e “Blackout”.
Gli (hed)p.e. di “Insomnia” subiscono un po’ troppo l’influenza negativa di punk e hip-hop (chi va con lo zoppo impara a zoppicare?) e come se non bastasse il disappunto è alimentato dalla constatazione dell’inconsistenza latitante di quello che voleva essere un album “politico” alla Rage Against The Machine: non bastano certo spicce boutade del tipo “fight for freedom, fight for justice” o “abbasso The Matrix” (inteso come metafora del “Sistema”) per replicare la carica rivoluzionaria di Tom Morello e Zack De La Rocha. La prossima volta meno sesso, cabala e baggianate e più fatti ed idee, caro Jahred.
Silvio52
Voto: 5,5
TRACKLIST:

1. Madhouse
2. Walk On By
3. Game Over
4. Habeus
5. Suffa
6. Comeova2nite
7. C2GU
8. RTO
9. Mirrorballin
10. Tienanman Squared
11. Children
12. Atlantis A.D.
13. Wind Me Up
14. Don't Let Me Down