Dopo averci deliziati con il precedente lavoro "Gutter Phenomenon", tornano gli effervescenti Every Time I Die con un nuovo lavoro - "The Big Dirty" - ripresentandosi sulla scena ancor più carichi di prima.
"The Big Dirty" è la conferma della qualità che questa band può offrire all'odierno scenario musicale: rispetto a "Gutter Phenomenon", il nuovo lavoro rivela suoni più duri e maggiore aggressività, ingrassando di hardcore gli adrenalici ingranaggi di stampo rock'n'roll in una festa sonora scatenata ma meno sregolata rispetto al passato, sforzandosi di mantenere il party sotto il proprio controllo.
Keith Buckley sfodera una prestazione senza macchia, passando con facilità dalla dominanza urlata agli 'esperimenti' più melodici mentre dietro di lui i compagni di band pensano solamente a snocciolare armonizzazioni ineccepibili, districandosi in riff invidiabili e trascinanti: la spedizione rock'n'roll organizzata dal combo di Buffalo propone l'esplorazione di vari territori, citando come loro abitudine 'stati musicali' che assumono nome e forma di metal, punk, hardcore, funky, rock e chi più ne ha più ne metta.
Se da un lato è vero che inevitabilmente si paga pegno perdendo in fattore sorpresa, dall'altro lato va sottolineato che ad oggi gli Every Time I Die hanno fatto tesoro dell'esperienza musicale sin qui vissuta proponendo al pubblico un lavoro per certi versi migliore del precedente, meno caotico e meglio studiato soprattutto nella definizione dei suoni, che appaiono più puliti e lineari.
Ciò che certamente non manca è ancora una volta l'alto livello di effervescenza e divertimento, in una formula sempre più brillante ed adrenalinica dal cui contagio è arduo sottrarsi.
'Il Grande Sporco' promesso dalla band si rivela quindi al contrario una miscela purificatrice alla quale rivolgersi per rinfrescare orecchie stancate da proposte stantìe.
Every Time I Die. Every Time I Gloat.