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SOILWORK
SWORN TO A GREAT DIVIDE
La dipartita dal gruppo del signor Peter Wichers ha lasciato col fiato sospeso molti fans dei Soilwork: Peter era infatti l'anima compositiva più 'dominante' della band svedese, e per questo molti erano gli interrogativi circondanti il nuovo lavoro "Sworn To A Great Divide". La presenza di Devin Townsend nel ruolo di produttore delle parti vocali ha senz'altro donato maggior interesse verso la release, il cui risultato finale è certamente buono ma altrettanto certamente non al livello degli album precedenti.
Uno dei punti di forza dei Soilwork è sempre stato la capacità di saper rinnovare ed attualizzare in continuazione il proprio stile senza mai staccarsi dalle proprie radici: ne è così nata una moderna e preziosa miscela in grado di unire meravigliosamente ritmiche potenti ad un gusto melodico incredibilmente affascinante, in un'intensa commistione tra il melodic death metal originale della band ad elementi riconducibili a stilemi appartenenti al metalcore, all'hard-rock e soprattutto al groove metal influenzato dal thrash, con quella presenza di synth ad arricchire e perfezionare la formula.
Parlando di synth, la prima cosa che appare evidente in questo "Sworn To A Great Divide" è la loro minor incidenza nella tracklist: Sven Karlsson appare infatti meno decisivo a causa di un pentagramma che predilige l'importanza delle chitarre, puntuali e prive di sbavature in ogni parte dell'opus con alcuni riff davvero sontuosi.
La voce di Bjorn Strid è anch'essa perfetta sia nelle parti gutturali sia - soprattutto - nelle ben più numerose parti melodiche, tale da apparire addirittura esageratamente curata cadendo saltuariamente in un potenzialmente dannoso rovescio di medaglia frutto di un'accuratezza quasi morbosa, peggiorata da brani che presentano refrain spesso ripetitivi.
La scelta di forzare più del dovuto la presenza di ritornelli ruffiani ed una formula complessivamente più easy-listening (per imprimere quanto più appeal possibile sul mercato?) penalizza il risultato finale e la qualità generale della settima fatica firmata Soilwork, rivelandosi sicuramente godibile ma nettamente inferiore ai capolavori passati: ciò non va tuttavia a confutare il fatto affermato in apertura, ossìa che "Sworn To A Great Divide" è un lavoro indubbiamente buono degno di essere ascoltato e riascoltato. D'altronde quando ci sai fare...
Tempo
Voto: 7
TRACKLIST:

01. Sworn To A Great Divide
02. Exile
03. Breeding Thorns
04. Your Beloved Scapegoat
05. The Pittsburgh Syndrome
06. I, Vermin
07. Light Discovering Darkness
08. As The Sleeper Awakes
09. Silent Bullet
10. Sick Heart River
11. 20 More Miles