Bisogna ammetterlo, quando si è letto della collaborazione tra Linea 77 e Tiziano Ferro "un brivido ha percorso la schiena", giusto per citare un passaggio testuale della band di Venaria. La paura che fosse la svolta definitiva verso l'oscuro demone della commercialità, il timore di potersi trovare davanti ad un altro passo falso dei torinesi dopo la mezza delusione intitolata "Available For Propaganda" già aleggiava nelle menti un pò di tutti, unitamente ad un senso di curiosità (ed immancabili pregiudizi) suscitato inevitabilmente dalla strana accoppiata.
E invece dal primo attacco di "The Sharp Sound Of Blades" la maggior parte dei timori vengono spazzati via, i Linea 77 sono tornati e sono tornati in grande stile a fare quello che vien loro meglio e grazie al quale si sono fatti conoscere e si fanno tutt'ora riconoscere: un crossover compatto ed aggressivo supportato da una qualità sonora finalmente ampia e convincente, rivelando una volontà nemmeno troppo celata di voler tornare ai fasti di "Too Much Happiness" e "Ketchup Suicide" facendolo con l'attitudine minuziosa e ben studiata a tavolino che caratterizza "Numb", spinti da un produttore coi controfiocchi (Toby Wright) in grado di trovare l'equilibrio ideale per lo stile dei Linea 77.
Sull'onda della nostalgia scatenata dalla raccolta primordiale "Venareal 1995" Nitto, Emo e soci ritrovano quella vena aggressiva persa per strada negli ultimi anni, riscoprono la voglia di urlare e far rumore con atteggiamento velatamente hardcore. Persino la contestata "Sogni Risplendono" con Tiziano Ferro a melodicizzare il refrain fa la sua inaspettata figura, confermandosi addirittura tra i pezzi maggiormente meritevoli della tracklist.
Impossibile poi non notare la maggioranza - per la prima volta - di brani in italiano facendoci automaticamente soffermare su "La Nuova Musica Italiana", una specie di critica (spiegata più nelle interviste che nel testo stesso) all'industria discografica e ai media nostrani accusati di trattare superficialmente e con poca convinzione la musica italiana privilegiando solamente i cosidetti 'one-hit wonder', ovvero progetti che possano portare soldi solo nel breve termine.
A suggellare il fantomatico ricongiungimento al passato arriva in chiusura la rivisitazione della sacra "Touch" re-intitolata "Touch 2.0" in cui l'originale viene sgrezzata e ripulita nonchè amplificata, aggiungendo chitarre più ampie e suoni più dettagliati non riuscendo comunque ad avvicinarsi al fascino di cui l'originale è ancora dotata.
Dopo anni di polemiche e due album discussi per l'uno o per l'altro motivo, i Linea 77 rialzano la testa ritrovando grinta e verve realizzando un lavoro assolutamente degno di nota che non potrà non accontentare anche gli ammiratori più datati.