Hanno fatto innervosire non poco i propri seguaci (e non) con tutti i rinvii di pubblicazione che l'album ha subìto, creando una confusione tale da non far mai capire quale fosse in realtà la data in cui "Enigma" sarebbe uscito: il risultato di questa baraonda è stato che il nuovo lavoro degli Ill Niño è uscito quasi in sordina. Un anno in ritardo rispetto alle previsioni iniziali certo. Ma (finalmente) è uscito.
L'attesa estenuante non va però a giustificare quella che si rivela poi essere la qualità complessiva del disco: il debutto su Cement Shoes infatti non sposta di una virgola il baricentro del sound tipico degli Ill Niño, assestandosi sulla stessa formula (comunque inconfondibile) che ha caratterizzato i tre precedenti album.
Nu-Metal latineggiante influenzato da melodie rock ed aggressioni metalcore sono ancora il pane quotidiano di Machado e soci, sebbene non si possa non notare come stavolta il feeling delle canzoni riveli una band che senza addosso la pressione della Roadrunner Records ha decisamente più libertà di comporre i propri brani, i quali risultano tutto sommato meno forzati, più naturali ed armoniosi con inoltre l'inserimento di un paio di ballad ("Me Gusta la Soledad", "De Sangre Hermosa") assolutamente niente male.
Sono forse questi lenti assieme ad alcune altre canzoni più tipicamente tirate - "The Alibi of Tyrants", "Finger Painting (With the Enemy)", "Guerrilla Carnival" - a salvare il risultato finale: il resto del disco infatti veleggia su livelli poco esaltanti e carenti di spunti interessanti, svolgendo come al solito il proprio compitino: sarebbe stato un bel primo album, invece è solo un sufficiente quarto lavoro in carriera.