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DEADLOCK
MANIFESTO

Un punto di convergenza tra death metal, metalcore melodico, industrial e gothic metal: questa la formula dei tedeschi Deadlock, i quali però non hanno fino ad oggi visto i propri sforzi essere ripagati in maniera adeguata, pur riuscendo a crearsi una buona nicchia di ammiratori grazie anche ad un sound impreziosito da alcune trovate decisamente originali. "Manifesto" è il quarto album di studio e continua la strada già intrapresa con il precedente "Wolves"; il brano di apertura "The Moribund Choir vs. The Trumpets Of Armageddon" rivela immediatamente che i Deadlock non sono la 'solita' metal band 'dura e soprattutto pura'. O perlomeno tentano di non esserlo. Il pezzo è infatti una totale sorpresa di musica house al 100% che può far pensare di aver inserito nel lettore il cd errato, salvo poi scacciare ogni dubbio quando le chitarre tornano ad impadronirsi del sound: la voce femminile melodica di Sabine Weniger non farà mancare richiami ai Lacuna Coil, mentre l'altro cantante Johannes Prem continuerà incessante a piazzare i propri growl gutturali in tutto il disco.
Gothic, progressive, death metal, symphonic metal, spruzzate di mathcore ed industrial: i Deadlock non si fanno mancare proprio nulla. Ma proprio quando il disco sembra essersi assestato su sonorità ben delineate, ecco arrivare la seconda sorpresa totalmente inaspettata: dopo la techno-house di introduzione, arriva un rap totale e cristallino al quarto minuto di "Deathrace". Non ci sono più chitarre, non c'è più growl, non c'è più metal: rap, solamente rap. O Gangsta rap, per meglio dire. Lungo. Per alcuni interminabile. Una mossa azzardata, un'irruzione imprevedibile. Le critiche non mancheranno di certo. Ma i Deadlock sono anche questo, vogliono sorprendere e tentare di sbalordire. In questo caso osano forse troppo, la furbata non è certo delle migliori. Ma il tentativo è quantomeno curioso ed in grado di far parlare di sè.
Si tratta comunque di un intermezzo unico, già dalla successiva "Fire At Will" la band ritorna ai propri standard non rinunciando allennesima trovata di un sassofono piazzato lì quando meno te lo aspetti; arriva presto ad un'altra sorpresa, stavolta sicuramente meno azzardata e più appropriata, con "Dying Breed" alla quale partecipa - seppur in piccola parte - Christian Älvestam, ex vocalist di quegli Scar Symmetry la cui influenza si fa sentire nella musica dei Deadlock. In chiusura viene piazzata l'ultima piccola trovata, la cover di "Temple Of Love" dei Sisters Of Mercy.
Mixato da Jacob Hansen (Mercenary, Volbeat, Raunchy), "Manifesto" si presenta come un disco forse di non facile ascolto spesso a causa delle 'sorprese' di cui sopra che vanno a spezzettare la linearità della tracklist: i pezzi sono comunque di buona fattura e tutto sommato l'album non delude, con alcuni inserti interessanti ed altri dei quali non se ne sentirebbe la mancanza.

Tempo
Voto: 6,5
TRACKLIST:

01. The Moribund Choir vs. The Trumpets Of Armageddon
02. Martyr To Science
03. Slaughter's Palace
04. The Brave / Agony Applause
05. Deathrace
06. Fire At Will
07. Seal Slayer
08. Manifesto
09. Dying Breed
10. Altruism
11. Temple Of Love