I Tesla non hanno bisogno di presentazioni: forse non hanno il nome altisonante di Guns N' Roses o Aerosmith, ma sono stati indubbiamente una solidissima compagine che, a cavallo tra gli anni '80 e '90, ha scritto pagine importanti della storia della musica. Questo soprattutto grazie a coinvolgenti performance live come "Five Man Acoustical Jam" o studio album come "The Great Radio Controversy".
Dopo la reunion - avvenuta intorno a meta di questo decennio - i cinque californiani sembrano aver ancora una vena creativa pulsante con idee buone e la voglia di adattare leggermente il proprio timbro ai tempi moderni senza comunque stravolgere la genuinità del loro sound.
Dire che rispetto a tanti flop visti e soprattutto sentiti quando gruppi dalla carriera importante si sono rimessi insieme, i Tesla legittimano la bontà della loro storia ad ogni release.
Il loro nuovo Hard Rock si è modernizzato inserendo parti un po’ più dure e lasciando solo un vago sentore del Classic Metal di inizio carriera. Niente di male se il risultato è l’oggettiva capacità del gruppo di poter esprimere una musicalità sempre intrigante e confezionare un prodotto senza cadute di stile che comprometterebbero la loro decennale e decisamente fiera carriera.
La partenza è di ottimo livello grazie alla title track posta come opener. Una canzona dal forte impatto grazie ad un chorus ben strutturato che rimane impresso e strofe tirate che puntano a mostrare che la band non ha perso il mordente dei giorni migliori. Ben cadenzata con il suo Hard Rock martellante “I Wanna live” si rifà al sound più classico della band, questo secondo brano ha un impatto molto più emotivo sui fans di vecchia data. Stesso discorso vale per la seguente “One Day at a Time” che consolida il rapporto e il rispetto che il gruppo nutre per il proprio target di pubblico.
A questo punto ecco una tipica ballata in stile Tesla, “So What!” è figlia di quei pezzi che a metà degli anni ottanta hanno reso famosa la band di Jeff Keith.
“Just in Case” sembra calibrata ad hoc per il prossimo live acustico della band ed esalta la voce malinconica del singer.  Anche la ruffiana “Fallin’ Apart” risulta un pezzo di gran classe.
Fin qui siamo ai livelli dei migliori full length dei Tesla. Sei pezzi di ottima fattura che non deludono.
Tendenza nettamente smentita dalle successive “Breakin’ Free” e “All of Me”. Canzoni impersonali dove, forse, la voglia di dare una ventata di modernizzazione al proprio sound non giova alla struttura dei pezzi.
Discorso che vale in negativo anche per “Ptv. Ledbetter”, “The Game” e “My Way” che invece che aggiungere qualcosa al disco probabilmente sottraggono un po’ di poesia all’aura che i Tesla sanno creare intorno ai loro pezzi migliori.
Migliore ma che purtroppo sa tanto di già sentito è la ballata “The First Time” e la divagazione “In a Hole Again”, pezzo che fuori dai canoni Tesla che però dimostra la notevole capacità di saper adattare la propria musica anche a sonorità finora inesplorate.
A conti fatti i Tesla sfornano ancora una volta un lavoro degno di nota. Pieno della classe dei 5 membri (4 sono ancora quelli della formazione iniziale!) che compongono il gruppo. Un album che ha un significato sia per gli aficionados di lunga data con notevoli riferimenti a pezzi che hanno fatto grande la band sia per chi per la prima volta, e colpevolmente in ritardo, si avvicina al mondo dei Tesla.
Una piccola particina di punto però la tolgo dal voto poiché per una band storica e dai veri e tangibili meriti musicali un po’ più di audience in più avrebbero dovuto guadagnarselo.