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TOO PURE TO DIE
CONFESS
La Trustkill Records ci ha sempre abituati bene riguardo a gruppi Metal/hardcore: dai Walls Of Jericho ai Bleeding Through, dai Most Precious Blood ai Terror. Pertanto, con tali presupposti crescono le aspettative nei confronti dei nuovi accasati Too Pure To Die con il loro nuovo lavoro di studio “Confess”.
Da dire c'è veramente poco. Affermazione certamente brutta per iniziare l'analisi, ma in certi casi è necessario essere diretti ed 'in your face' proprio come il genere ci insegna.
Il richiamo agli Hatebreed è sin troppo palese e la colpa va così spontaneamente ed immediatamente alla co-produzione per opera di Jamey Jasta; già dalla strofa della prima canzone - tra l'altro traccia che dà il titolo al disco - possiamo capire che lo stampo è assolutamente quello. Di fatti la title-track in questione si apre come una qualsiasi canzone di “The Rise Of Brutality”, con l’unica differenza dell’uso di voce melodica nel ritornello. Tuttavia il minestrone è sempre quello e non a caso appena il chorus smette parte un breakdown classico, sfruttando perciò la tipica struttura delle canzoni di questo genere.
Proseguiamo con “My Vow”, ma rischierei di annoiarvi dicendo le solite cose. “Gotham City”, “Can I Live”, “One True Thing” seguono la stessa identica scìa dell’inizio, e così via tutte le canzoni fino alla fine.
A questo punto fermiamoci un attimo e riflettiamo: i cinque ragazzi ci sanno davvero fare e i loro strumenti li sanno usare alla grande, non c'è che dire. Tecnica e precisione non mancano: la loro pecca (grande pecca) è però la totale mancanza di originalità, al giorno d’oggi elemento indispensabile per riuscire a farsi notare.
Monotonìa e canzoni troppo uguali alle altre: “Omerta”, “Trial” e “Find My Way” chiudono perciò l’album esattamente così com’è iniziato. Insomma, un pericoloso caso di palindromia verrebbe da dire.
Il boccheggiante ed iper-saturo metalcore avrebbe bisogno di una ventata d’aria fresca, qualcosa di innovativo che possa spiccare tra tutta questa piattezza: questo però non è però ciò che "Confess" può offrire al genere e certamente continuare di questo passo chiaramente non agevola il panorama musicale in questione.
Concludendo, se siete veri amanti dell’hardcore new school stile First Blood, Throwdown, Hatebreed, questo platter potrebbe fare al caso vostro, seppur con parecchie riserve.
Perlomeno gustiamoceli dal vivo, sicuramente ci sapranno far divertire.
Machinesofhate
Voto: 5
TRACKLIST:

01. Confess
02. My Vow
03. Gotham City
04. Can I Live
05. Saving Grace
06. One True Thing
07. Define Irony
08. Rock Bottom
09. Omerta
10. Trial
11. Find My Way