"L'unione di: energia vitale, spiritualità, sesso e allucinazioni. Tutto questo sono i Lip Colour Revolution. La loro musica può essere definita un mix tra la cultura dei primi anni '90 e le origini del rock, passando dal punk al metal fino al blues."
Questa la descrizione fornita da Suoni Sommersi - associazione composta da membri di diverse realtà affermate nel panorama livornese e non - per descrivere i Lip Colour Revolution, rock band di origini perlappunto livornesi che qui ci propone l'album di debutto. E migliore descrizione, onestamente, non potrebbe esserci. Efficace e soprattutto veritiera. Questo è infatti ciò che i Lip Colour Revolution suonano, un fervore rock direttamente figlio di quegli splendidi anni '90 contrassegnati in maniera indelebile da un movimento che sarà per sempre associato ad una città in particolare: Seattle, patria per antonomasia del grunge.
Non a caso perciò, i Lip Colour Revolution hanno masterizzato il cd proprio nella Emerald City, al Jupiter Studio di proprietà del signor Martin Feveryear (R.E.M., Queens Of The Stone Age, Mark Lanegan): 60 minuti di rock forse non originalissimo ed inedito, ma certamente ben scritto e soprattutto ben interpretato.
Non originale perchè? Perchè le influenze di Pearl Jam, Queens Of The Stone Age e Nirvana sono decisamente evidenti, con il triangolo Kyuss-Mudhoney-Pixies subito dietro ed il binomio Mother Love Bone-Temple Of The Dog in lontananza a completare quel ritratto che assume le inconfutabili sembianze di un interessante lavoro marcatamente stoner/grunge: ma questo non è un male. Per chi quegli anni e quei gruppi li ha vissuti in prima persona, i Lip Colour Revolution rappresentano un piacevole tuffo nel passato, un viaggio in quelle 'grezze' atmosfere che hanno segnato un epoca grazie ad alcune pietre miliari nella storia della musica.
Questi toscanacci mostrano carattere da vendere e presentano in tracklist pezzi belli, se non addirittura affascinanti, mostrandosi inoltre incredibilmente abili a mantenersi sulla retta via dell'ispirazione, a debita distanza da cadute di stile che potrebbero rientrare nella categoria 'scopiazzatura'. Sì, i LCR si ispirano appunto senza scopiazzare, mostrando idee fluenti ed evitando per fortuna noiosi e superflui esperimenti psichedelici/pseudo-intellettuali in nome di un sound duro e vitale.
Forse Livorno e Seattle non sono mai state così vicine. Decisamente una bella sorpresa tutta made in Italy.