groovebox
Dal 6 ottobre riparte GROOVE BOX su Radio Lupo Solitario 90,7 FM!
La trasmissione andrà in onda ogni Giovedi dalle 20 alle 21!
Per contattarci in diretta:
sms: (+39) 334 2247977
E-mail: onair@radiolupo.it
Groovebox
PRODIGY
INVADERS MUST DIE

Dopo dodici anni, il ritorno alla formazione originale dei Prodigy e la commercializzazione di un nuovo lavoro fa sicuramente notizia. Dopo "Always Outnumbered, Never Outgunned" - rilasciato cinque anni fa in formazione rimaneggiata - finalmente Liam Howlett, Keith Flint e Maxim si ricongiungono ritornando l’affiatatissimo combo che negli anni 90 ha scritto un pezzo della storia della musica.
Album come l’esplosivo “Music for the Jilted Generation” e come l’immenso “The Fat of the Land” sono difficilmente raggiungibili in termini qualitativi ma dalla vulcanica mente di Howlett, se coadiuvato dai suoi fidi alfieri Flint e Maxim, è lecito aspettarsi l’ennesimo coinvolgente intreccio di suoni malati e psicotici. Questa volta con la veste dello scenario apocalittico.
Uno schizoide rave da fine del mondo capace di far rivivere quel miscuglio di sonorità fatte di Jungle, Underground, Trip Hop ma con reminiscenze Rock e Punk. Il tutto amalgamato da campionamenti di ogni genere che non sono accessori ma il fulcro della melodia stessa.
Certo non siamo ai livelli espressi nei già citati capitoli della loro comunque breve discografia, in termini di numero, ma questo "Invaders Must Die" ci restituisce i Prodigy duri e incazzati che ci piaceva sentire, con quel retrogusto di stereo in mezzo alla strada o festa notturna nei parchi chiusi.
Un tuffo nel passato per questo inizio di 2009 ma con un sound moderno e attuale. Ai blocchi di partenza troviamo la title track che annuncia subito “We are the Prodigy” come per sancire che ora che i tre sono tornati insieme si può finalmente ripartire da quel 1997 in cui sconvolsero il mondo con “Firestarter” e “Smack My Bitch Up”. A dire il vero il pezzo non è per nulla crudo e irriverente come quelli del passato. Successivo è il singolo “Omen” che decisamente si avvicina a quello che in passato li ha resi grandi. Pezzo invadente che ti costringe a ballare perso in te stesso come un trip stroboscopico. L’ottima “Thunder” propone un cantato tipicamnente reggae su base sintetica risultando a dir poco coinvolgente.
Da qui in poi pezzi buoni si alternano a tracce meno personali che sanno troppo del repertorio degli anni andati. Quindi troviamo l’insipida “Colours” come traccia successiva. “Take Me To The Hospital” ricorda troppo un mix tra le vecchie “Funky Shit” e “Serial Thrilla” senza nulla aggiungere.  Il buon groove di “Warrior Dance” fa da preludio ad uno dei migliori pezzi dell’album, “Run With The Wolves” presenta un’inaspettata collaborazione di Dave Grohl (Nirvana, Foo Fighters, Queens of the Stone Age) alla batteria. Il ritmo si alza e il Drum and Bass impazzito da una verve scatenate alla track.
“Omen Reprise” vede aggiustare le sonorità del singolo “Omen” rivisitandole in chiave anni 80. “World's on Fire” non stupisce per inventiva nonostante il devastante impatto sonoro che genera mentre la seguente “Piranha” riprende temi da b-movie horror. Stravagante nella sua semplicità, la conclusione spetta a “Stand Up” che scimmiotta un vecchio pezzo di fine anni 60.
L’album è di buona fattura alternando pezzi che ci ricordano i fasti di un tempo a pezzi che nelle passate stagioni dei Prodigy avremmo considerato dei meri riempitivi. Di ottimo livello il trittico iniziale poi ci si perde un po’ nel qualunquismo. Essendo, a mio avviso, il confronto col passato improponibile e denigrante si può provare a vedere cosa offre il mercato attualmente. Anche qui purtroppo il cielo sul grande ritorno dei Prodigy non è roseo, i Pendulum hanno prodotto due album nell’ultimo triennio e per il sottoscritto sono entrambi superiori al qui recensito Invaders Must Die.
L’apice della carriera è sicuramente lontano anni luce ma i Prodigy sapranno risollevarlo sicuramente con le performance live che scremeranno il presente album e riproporranno tutto il meglio già prodotto. Sufficienza e qualcosa di più per alcuni pezzi e per la gioia di rivedere la formazione storica di questo gruppo che nel suo genere, se ne uno basta, definire innovativi è un eufemismo.

NMT
Voto: 6,5
TRACKLIST:

01.Invaders Must Die
02.Omen
03.Thunder
04.Colours
05.Take Me To The Hospital
06.Warrior's Dance
07.Run With The Wolves
08.Omen Reprise
09.World's On Fire
10.Piranha
11.Stand Up