Nati dalle ceneri di alcune band tedesche da noi poco conosciute come Abandoned, Sinner e MCF, i The New Black definiscono la loro musica come "The Real Heavy Rock" e pubblicano il loro omonimo album di debutto, uscito sotto AFM Records.
Un debutto attorno al quale ruotava l'attenzione di molti visto che la stampa li aveva definiti a suo tempo come la migliore band indipendente in circolazione ed a conti fatti la loro prima prova riesce ad essere convincente al punto giusto.
Se infatti nell'iniziale "Everlasting" sembra che il quintetto voglia emulare band come Bullet For My Valentine e Trivium, e invece pezzo dopo pezzo che la musica dei The New Black mostra la sua vera natura, ovvero un connubio tra il grunge più sporco e pesante di Alice In Chains e Pearl Jam e il thrash old school dei Pantera, senza disdegnare qualche incursione nell'hard-rock alla Thin Lizzy.
A confermare queste loro influenze c'è la voce rozza e ruvida del singer Fluid, acclamato in patria come lo Zakk Wylde o il Phil Anselmo tedesco, bravo con il suo timbro potente a saper essere versatile nei vari pezzi, alternando momenti più concitati ad altri più intensi.
C'è molta carne al fuoco e traspare la voglia di non legarsi ad un filone ben preciso ma di spaziare e prendere spunto da varie fonti e generi diversi: si passa dallo stoner di "Why I Burn" al sapore southern di ballate come "Simplify", da un suono più classico ad un'altro più moderno e innovativo come rappresentano "Coming Home" il singolo dall'intro blues "Ballad of Broken Angels".
Davvero una bella sorpresa dunque che ci dimostra ancora una volta che i generi più "classici" possono ancora essere riproposti senza cadere nella banalità o semplicemente nel plagio.
I The New Black sono la risposta europea a gruppi d'oltreoceano come Soil e Black Stone Cherry, e pensare che si sono formati quasi per scherzo durante una bevuta generale ad un festival estivo.