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DECYFER DOWN
CRASH
Quasi sconosciuti dalle nostre parti gli americani Decyfer Down si erano già fatti conoscere in patria nel 2005 con il loro disco esordio "End Of Grey", un disco che non aveva fatto gridare al miracolo ma che aveva dato loro una certa notorietà grazie a quelle sonorità nu-grunge che hanno fatto la fortuna di band come Breaking Benjamin, Seether e Three Days Of Grace, ancora in voga oltre oceano.
A distanza dunque di 4 anni il quartetto della North Carolina ci riprova con questo secondo lavoro "Crash", un mix di ballate e momenti più tirati in cui però non ci si discosta molto da quanto sentito nel disco precedente.
Dal punto di vista musicale la band è sicuramente cresciuta, raggiungendo una certa maturità compositiva e raffinando ancora la propria tecnica, dando vita dunque a riff metallici ben costruiti ed a linee melodiche efficaci al punto giusto, tuttavia è la scarsa originalità dei vari pezzi a pesare.
La partenza del disco è affidata alla title-track, un pezzo a cui sembra non mancare nulla con il suo intro esplosivo, un verso in crescendo che ricorda i primi Linkin Park ed un ritornello che ti entra subito in testa per la sua melodia, ma i momenti migliori dell'intera produzione si hanno con "Fading" e "Over My Head", due bei pezzi rock in cui è evidente una certa similitudine (con le dovute differenze) con gli Alter Bridge, soprattutto riscontrata nel timbro vocale del nuovo cantante TJ Harris.
Rispetto al suo predecessore "Crash" è un disco molto più heavy, molto più solido che non disdegna però ogni tanto di strizzare l'occhio a sonorità molto più radio-friendly, che magari permetteranno alla band di farsi conoscere meglio anche in terra europea.
Le 10 tracce presenti scivolano via veloci all'ascolto però non riescono tuttavia a centrare sempre il bersaglio e solo un paio lasciano il segno, mentre per il resto si rimane un po’ con l’amaro in bocca.
Se vorranno ottenere buoni consensi a livello internazionale i Decyfer Down sono chiamati dunque ad uno sforzo maggiore di quanto fatto sentire in questo disco, soprattutto nella ricerca di uno stile più personale, scacciando via le ombre di band come Alter Bridge e Three Days Of Grace, qui ancora incombenti in maniera troppo eccessiva.
Whitelocust
Voto: 6
TRACKLIST:

01. Crash
02. Desperate
03. Fading
04. Best I Can
05. Ride With Me
06. Wasting Away
07. Over My Head
08. Moving On
09. The Life
10. Forever With You