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EXTREMA
POUND FOR POUND

C’è una zona nella immensa landa dei generi musicali dove il tempo pare scorrere con infinita lentezza rispetto ai canoni della nostra realtà quotidiana, dove il cambiamento e l’evoluzione sono mal accolti dai suoi numerosissimi abitanti. Una zona popolata da groove, ritmi frenetici e granitici vissuti con selvaggia adorazione dai numerosi proseliti: la terra del Trash Metal. Moltitudini la popolano, alcuni si elevano e ne diventano re, altri decadono, altri si assestano tra i tanti, senza mai innalzarsi tra la uniforme marmaglia.
Gli Extrema possono essere considerato il vessillo italico di tale regione, la nostra fiera risposta ed orgogliosa rivalsa verso una scena locale che certe sonorità ha sempre preferito rilegarle in un buio angolo a favore di ben più vuote proposte. Una storia musicale lunga oltre 20 anni che giunge alle nostre moderne orecchie con questo Pound For Pound, lavoro che segue il buon Set The World On Fire del 2005.
Trash nel midollo, con riff di matrice Hard Rock e con sprazzi sonori che richiamano l’odierno Metalcore (!!), questo lavoro dei nostrissimi è quanto di più canonico sia possibile proporre allo scafato e roccioso pubblico della Terra Del Trash Metal: il singolo “Selfishness”, “Fall Down” e “Anymore” sono pezzi dalla struttura basilare ma adattissima per il rituale dell’headbanging, ma se si cerca uno spessore ulteriore, l’unico episodio degno di nota è “You Make Me Sick”, che vede la straordinaria partecipazione di Page Hamilton (Helmet) alla voce; il bass slapping d’apertura richiama la tecnica degli storici gruppi Crossover dei primi anni ‘90, oltre che la band madre di Hamilton, dando luce ad un ottimo episodio che spezza una montante monotonia. Difatti, oltre alla buona cover dei Kiss “Deuce”, il resto si assesta su livelli che non supera di molto la linea di demarcazione tra mediocrità ed insufficienza, e in casi come la sciatta “My Misery” (bieca e banale ballatona con coda di unitile spavalderia tecnica) o la irritante “For The Shake Of Our Children”, si inizia a fare spazio l’idea di una tendenza al riempitivo per dare all’ascoltatore una sensazione di falsa corposità, ma che in realtà rimarca ulteriormente tali pessimi episodi. Nella legge del nostro mondo, tale lavoro verrebbe collocato tra le opere di genere non memorabili, e dando anche un ascolto al resto della discografia della band, sicuramente questo Pound For Pound appare poco ispirato e non poco “raffazzonato”. Tenendo conto della storia della band, e delle leggi della landa da cui provengono, di certo per molti questo lavoro basterebbe per una sana e rituale sessione di pogo, ma non credo che la bassa qualità di questo album possa passare in secondo piano anche per il meno esigente ascoltatore del genere, oltre per chi ricercava un lavoro migliore da questi re nostrani, la cui supremazia non sarà ancora ad alto rischio ma di certo è ora più che mai opinabile.

Matteo
Voto: 5
TRACKLIST:

1. Everlasting
2. Anymore
3. Selfishness
4. Fall Down
5. Frowing And Haggard
6. The Bad Itself
7. You Make Me Sick
8. For The Sake Of Our Children
9. Fat Liars
10. Deuce
11. From The 80’s
12. My Misery
13. F.Y.W.