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THE USED
ARTWORK

Erano partiti con piede giusto i The Used, con un primo disco omonimo che li aveva già da subito lanciati al successo, con pezzi come “Taste Of Ink” e “Maybe Memories” che rimarranno per sempre nella mente di molti, con i loro ritornelli dall’orecchiabilità quasi disarmante, che colpivano subito il bersaglio lasciandovi un segno indelebile.
Da qui in poi iniziò non dico una fase calante, con due dischi piacevoli come “In Love and Death” e “Lies For The Liars” contenenti comunque parecchie canzoni degne di nota,  però di certo una fase che ha un po’ tradito le aspettative che aleggiavano attorno al nome della band e che non ha portato a quella tanto auspicata maturazione musicale.
“Artwork” doveva essere a detta della loro il disco che li rappresentasse appieno, che avrebbe dovuto risvegliare il loro lato più aggressivo e dark, ed invece ci ritroviamo ad ascoltare un disco che nonostante vari accorgimenti non risulta comunque efficace come i precedenti e viaggia a fari spenti, rivelando una preoccupante carenza di idee.
Le canzoni in evidenza sono davvero poche e nella maggior parte dei casi non sono altro che una brutta copia dei successi passati, addirittura con un Bert McCracken autore di una performance opaca e indolore, quasi privo di quel carisma al quale la band si era appigliata negli ultimi lavori.
Il primo singolo “Blood On My Hands”, con il suo riff simil-metalcore, non risulta incisivo come dovrebbe e si ha già nei pezzi successivi uno smorzamento dei toni con ballate inconsistenti come “Empty With You” e “Kissing You Goodbye”.
L’ascolto prosegue poi lento, senza neanche un sussulto che ci possa almeno far “ricordare” i vecchi tempi, con una serie di pezzi che rasentano il limite del mainstream più imbarazzante.
Dire che questo disco lascia l’amaro in bocca e dir poco, perché da Bert e soci ci si aspetta molto di più ed “Artwork” suona quasi come una presa in giro a chi crede ancora nel futuro della band, mentre è manna dal cielo per chi già la dava come spacciata dopo le ultime produzioni.
Incappare in passo falso può capitare, l’importante è rendersene conto ma considerando che gli Used considerano questo come il loro miglior album, forse la situazione è più grave del previsto.

Whitelocust
Voto: 4
TRACKLIST:

01.Blood on My Hands
02.Empty with You
03.Born to Quit
04.Kissing You Goodbye
05.Sold My Soul
06.Watered Down
07.On the Cross
08.Come Undone
09.Meant to Die
10.The Best of Me
11.Men Are All the Same