groovebox
Dal 6 ottobre riparte GROOVE BOX su Radio Lupo Solitario 90,7 FM!
La trasmissione andrà in onda ogni Giovedi dalle 20 alle 21!
Per contattarci in diretta:
sms: (+39) 334 2247977
E-mail: onair@radiolupo.it
Groovebox
LIVING COLOUR
THE CHAIR IN THE DOORWAY
Per rompere un lungo silenzio, occorre un botto di considerevole forza. In questo caso, il tentativo di spezzare una prolungata assenza dal mondo musicale spetta a questo nuovo lavoro dei Living Colour, icone dell’epoca crossover di fine anni ’80, il quale giunge sei anni dopo il buon Collideøscope del 2003 e ben 21 anni dopo il fulminante esordio Vivid, album la cui influenza è stata fondamentale per lo sviluppo di un intero genere negli anni successivi; un gruppo molto spesso sottovalutato e limitato da un singolo come Cult Of Personality, ma che al contrario nasconde dei musicisti di grande talento e spessore.
L’opener “Burning Bridges” mette immediatamente in luce quello che la band riesce a fare meglio: le parti vocali di Corey Glover si presentano con la consueta ricca carica, mentre il particolare lavorio chitarristico di Vernon Reid sottolinea notevolmente la ritmica funk-metal della coppia Doug Wimbish / Will Cahloun (rispettivamente basso e batteria). “The Chair”, il pezzo successivo, inizia purtroppo a manifestare alcune caratteristiche discutibili di questo loro ritorno alle scene: il brano in se appare come una forzatura poco ispirata di abbracciare le sonorità di un gruppo come gli Helmet, cosa che è lungi dall’essere un difetto, ma che porta a chiedersi perché un collettivo in passato così particolare abbia deciso di scegliere di costruire un brano in modo tale che appaia quasi come una parodia della band di Page Hamilton. “Out Of My Mind” si avvicina molto anch’essa a questo azzardo musicale, addirittura abbracciando un’attitudine quasi Nu Metal che la rende in parte imbarazzante (soprattutto nel finale, dove Glover azzarda degli screams). Anche “Decadence” rischia di cadere in questa “trappola” stilistica, ma viene risollevata dall’ottimo lavoro di Reid alla chitarra.
Fortunatamente, il resto dei brani presenta una struttura più coerente ed ispirata, soprattutto “Behind The Sun” (un anthem notevole che poggia su un arpeggio di ottima caratura) e “Bless Those”,un piacevolissimo e soprendente melting-pot di blues, funky e metal, una delle tracce migliori del lotto insieme a “Tought Me”, una ballata rock dove spicca la voce di Glover intrisa di melodia. L’album si conclude con “No Tomorrow”, brano che appare quasi come una strumentale eccessivamente dilatata. Decisamente più piacevole l’hidden track dal sapore country/rock “Asshole”, divertita chiusura di un album che riporta sulle scene un gruppo in buona forma, seppure tra alti e bassi. Di certo, questo The Chair In The Doorway potrebbe servire come biglietto da visita per tutti quelli che non hanno avuto modo di scoprire un gruppo troppo spesso dimenticato, usando questo buon episodio del presente per arrivare  alle grandi prove del passato.
Matteo
Voto: 6
TRACKLIST:

01.Burned Bridges
02.The Chair
03.DecaDance
04.Young Man
05.Method
06.Behind the Sun
07.Bless Those
08.Hard Times
09.Taught Me
10.Out of Mind
11.Not Tomorrow