groovebox
Dal 6 ottobre riparte GROOVE BOX su Radio Lupo Solitario 90,7 FM!
La trasmissione andrà in onda ogni Giovedi dalle 20 alle 21!
Per contattarci in diretta:
sms: (+39) 334 2247977
E-mail: onair@radiolupo.it
Groovebox
ALICE IN CHAINS
BLACK GIVES WAY TO BLUE
Morte e rock è un binomio che molto spesso abbiamo visto protagonista nella storia della musica. Il manifesto “live fast, die young”, la folle corsa verso gli eccessi, ha trovato però la sua sublimazione col movimento grunge negli anni 90, privandoci di geni assoluti come Kurt Cobain e Layne Staley.  La morte di quest’ultimo sembrava aver compromesso per sempre la carriera dei grandissimi Alice in Chains, ma destino ha voluto che proprio la morte fosse la pietra su cui ricostruire la band: è in occasione del concerto di beneficenza per le vittime dello tsunami del 2005 che infatti si riformano provvisoriamente gli AIC, con il semi-sconosciuto William Duvall, ex Comes With The Fall, a dover riempire un vuoto quasi incolmabile al microfono.
Una reunion in punta di piedi insomma, che ben presto però si tramuta in un desiderio di provare ad osare di nuovo e riprendere da dove si era lasciato 14 anni or sono. Lo stesso Cantrell ha ammesso in diverse interviste che qualora il materale a disposizione non fosse stato all’altezza del passato della band non avrebbe avuto problemi a mettere definitivamente la parola fine.
E invece, fortunatamente, eccoci qui a recensire quello che per il sottoscritto è sicuramente il disco del 2009: “Black gives way to blue” è un’alchimia perfetta di potenza, classe e dolci melodie malate in puro stile AIC, 11 tracce che ci ricordano come alla fine, per quanto dolorosa sia la mancanza dell’ugola d’oro di Layne, Jerry Cantrell sia invece l’unico elemento veramente imprescindibile del gruppo.
Il biondo chitarrista americano è riuscito infatti ancora una volta a tirare fuori dal cilindro dei riff che neanche la metà dei gruppi odierni può permettersi di sognare, grazie ad un talento innato che raramente scivola nel banale e nel fine a sè stesso.
Lo stile delle canzoni prosegue il discorso interrotto con l’album omonimo, cupo e acido, ma vira spesso verso il lato più malinconico della band, decisa a mettere a nudo i propri sentimenti verso il compagno scomparso (la titletrack è da brividi in questo senso, ‘macchiata’ giusto dalla banalità della parte pianistica ad opera di Elton John).
Tutto ciò che i fan del gruppo si aspettavano di trovare è racchiuso qui in queste splendide tracce, tra chitarre granitiche, passaggi acustici e armonizzazioni vocali uniche. Che dire di pezzi come “Check my brain”, “Last of my kind” o “Looking in view”? Semplicemente trascinanti e difficili da non cantare per strada.
Ad impreziosire ulteriormente i pezzi ci pensa una produzione eccellente che fa di BGWTB un disco compatto e fresco, moderno e incredibilmente dark.
L’ultima nota di riflessione voglio conservarla per William Duvall che, nonostante sia stato poco coinvolto in fase di songwriting, ha saputo ritagliarsi un ruolo forse più defilato ma fondamentale, dimostrandosi efficace sia quando si tratta di alzare le tonalità sulle melodie di Cantrell sia quando si trova a dover cantare da solo.
In attesa di vederli all’opera il prossimo 2 dicembre a Milano, non vi resta che divorare fino allo sfinimento questo grande disco.
Salvatore Dragone
Voto: 9
TRACKLIST:

01. All Secrets Known
02. Check My Brain
03. Last Of My Kind
04. Your Decision
05. A Looking In View
06. When The Sun Rose Again
07. Acid Bubble
08. Lesson Learned
09. Take Her Out
10. Private Hell
11. Black Gives Way To Blue