Amanti del rock melodico fatevi avanti! Gli inossidabili Gotthard, a due anni di distanza dal precedente “Domino Effect”, pubblicano questo “Need to believe” che si candida a diventare uno dei capisaldi della discografia degli elvetici.
Prodotto da Rich Chycki (Aerosmith, Rush….), il nuovo capitolo della band svizzera si presenta con una nuova veste sonora, con quel tocco moderno e più aggressivo che risalta maggiormente le qualità compositive dei cinque musicisti. Evidentemente il successo di band come gli Alter Bridge deve aver dato uno scossone in questo senso, anche se non posso che essere d’accordo con la decisione presa dalla band nel parziale svecchiamento del sound che in ogni caso non va a snaturare il trademark consolidato negli anni.
Chitarre grintose e tonnellate di grandi melodie, come l’apertura orientaleggiante “Shangri-La” e la titletrack “Need To Believe” (la strofa ricorda molto i già citati Alter Bridge), sono gli ingredienti che faranno di quest’album un sicuro successo commerciale. La voglia di tirare fuori il meglio di sé si avverte in ogni traccia, che sia una ballata o un bel riffone sparato in faccia (“Right From Wrong”), anche se poi non sempre le soluzioni adottate risultano originali (“I Don’t Mind” ad esempio…) ma sono il frutto dell’esperienza di chi suona questo genere da anni.
Peccato poi, per chi non avesse la deluxe edition del disco, non aver ascoltato “Ain’t Enough” che, a mio avviso, avrebbe più che meritato l’ingresso nella tracklist base; consiglio quindi di procurarvela in qualche modo.
I Gotthard mettono a segno un gran bel colpo con “Need To Believe”, cercando di dare nuova vitalità ad un genere un pò statico come l’AOR e sfruttando la nuova ondata di successo del post-grunge, nella speranza di guadagnare quel successo che un po’ meriterebbero.