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AFI
CRASH LOVE

Una carriera che dura ormai da 18 anni a questa parte, 8 bellissimi album e la consapevolezza di aver fatto la storia di un genere musicale nonchè di aver influenzato una miriade di band moderne.
Questi sono gli AFI, capaci negli anni di crescere e proseguire quel loro processo di metamorfosi che li ha visti esprimersi prima attraverso l’hardcore melodico per poi sviluppare una passione per tonalità più cupe e dark, venute fuori maggiormente negli ultimi tempi, garantendo però sempre lavori di qualità, smorzando dunque sul nascere eventuali dubbi o perplessità.
A due anni dunque dall’ottimo “Decemberunderground” ecco che li ritroviamo sotto queste nuove spoglie musicali, con uno stile molto più rock, fortemente incentrato sulle melodie, sempre mantenendo quel tocco “gotico” che è diventato ormai un marchio di fabbrica per il gruppo.
“Crash Love” non è però il disco che in molti si aspettavano perché anche se risulta godibile nel suo dinamismo e nelle sue frequenti incursioni in ambienti “mainstream”, al tempo stesso si presenta come un lavoro senza infamia e senza lode, un poco messo in ombra da capolavori passati come “Sing The Sorrow” e “The Art Of Drowning”.
Preso atto che oramai i tempi ribelli dell’hardcore sono passati e che le strizzate d’occhio a sonorità new wave anni ’80 ,in linea comunque con le influenze della band (The Cure in primis), siano piuttosto gradevoli, il resto è un susseguirsi di potenziali singoli alcuni dei quali lasciano un po’ il tempo che trovano e non sono incisivi come dovrebbero.
Sia chiaro che non voglio creare un allarmismo del tutto fuori luogo, ma credo solo che qualcheduno potrebbe storcere il naso di fronte a qualche episodio di questo nuovo disco, in cui le atmosfere si fanno più positive e vivaci, in cui si sente un po’ la mancanza degli accattivanti intermezzi elettronici/industrial delle ultime produzioni, che si pensava rappresentassero il futuro della band.
I brani sono tutti caratterizzati da una certa leggerezza ed orecchiabilità di fondo, ma nonostante ciò alcuni necessitano di più di un ascolto per farsi apprezzare appieno come le piacevoli “Darling, I Want To Destroy You” e “Beautiful Thieves”, mentre non mancano pezzi un po’ più ruffiani e frizzanti come la ben riuscita “Veronica Sawyer Smokes”.
In apparenza alcune soluzioni potrebbero sembrare banali ed elementari, ma non bisogna farsi trarre in inganno perché solo con il tempo sapranno mostrare il loro vero valore rivelando “Crash Love” per quello che è veramente, ovvero un buon album rock suonato da una band che ha saputo ancora una volta cambiare la propria pelle in maniera genuina senza compromettere la propria credibilità, senza mettere mai in dubbio l’onestà del proprio lavoro.
Un lavoro che farà certamente discutere, che susciterà pareri contrastanti, che attirerà nuovi fan e magari ne allontanerà degli altri, ma che certamente non intaccherà l’immagine degli AFI e la loro reputazione di artisti di prima classe.

Whitelocust
Voto: 7
TRACKLIST:

01.Torch Song
02.Beautiful Thieves 
03.End Transmission 
04.Too Shy to Scream 
05.Veronica Sawyer Smokes  
06.Okay, I Feel Better Now
07.Medicate
08.I Am Trying Very Hard to Be Here  
09.Sacrilege  
10.Darling, I Want to Destroy You
11.Cold Hands
12.It Was Mine