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BREAKING BENJAMIN
DEAR AGONY

Per chi non lo sapesse i Breaking Benjamin fanno parte di quel filone post-grunge ancora molto in voga nei territori d’oltreoceano e son venuti alla ribalta soprattutto grazie al loro terzo album “Phobia”, trascinato nei primi posti delle classifiche dal bel singolo “Diary Of Jane”.
Passati tre anni ritroviamo una band certamente galvanizzata dal successo mediatico ottenuto grazie al precedente lavoro,  che dopo un lunghissimo tour mondiale ora deve dimostrare di essere cresciuta e di meritare effettivamente il posto di rilievo guadagnatosi nel panorama musicale.
A dirla tutta questo nuovo “Dear Agony” non è altro che il disco che in molti si aspettavano, un disco che senza alcuna sorpresa si presenta come la naturale seconda parte del suo predecessore, evidenziando quanta strada debbano ancora percorrere questi musicisti prima di conquistarsi un posto in prima linea con band del calibro di Alter Bridge, Creed o Nickelback.
Questa quarta prova sulla lunga distanza non fa altro che mettere in risalto quelle che sono le lacune della musica del quartetto, purtroppo ancora troppo ancorato ad un suono nu-metal che ormai ha fatto il suo tempo e che necessita decisamente di una rivisitazione, magari in chiave più rock come traspare da qualche episodio.
Per diversi aspetti un passo in avanti è stato fatto, la stessa opener “Fade Away” o il primo singolo “I Will Not Bow” presentano senza dubbio un song-writing più maturo, che vuole essere più ricercato e complesso, con chitarre più aggressive ed atmosfere sempre più cupe, tra le quali spicca la bella voce del cantante Ben Burnley, più convincente nelle parti melodiche che in quelle urlate, seppur presenti in minima parte.
Ho trovato particolari similitudini soprattutto con i 30 Seconds To Mars e gli ultimi Taproot, il che gioverà al gruppo soprattutto in termini di vendite, però detto questo dal punto di vista compositivo la carenza di idee sembra più che evidente e quelle poche rimaste sono sviluppate in maniera troppo debole per poter portare ad un risultato accettabile.
Molto probabilmente chi ha apprezzato “Phobia” troverà interessante anche questo “Dear Agony” e considerando che i seguaci della band non sono pochi gli effetti negativi di questo passo falso saranno limitati, con la speranza che i Breaking Benjamin possano riordinarsi le idee e preparare presto il proprio riscatto.

Whitelocust
Voto: 5
TRACKLIST:

01. Fade Away
02. I Will Not Bow
03. Crawl
04. Dear Agony
05. Lights Out
06. What Lies Beneath
07. Without You
08. Give Me A Sign
09. Hopeless
10. Into The Nothing
11. Anthem Of The Angels