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CREED
FULL CIRCLE
Ritornati alle scene dopo la separazione nel 2004 (e dopo la parentesi Alter Bridge), i Creed tornano con un tour a consacrare la reunion e questo "Full Circle", album che oltre a decretare il loro ritorno ripesca dal dimenticatoio di quella corrente post-grunge che impazzava nei primi anni del nuovo millennio. Di conseguenza, la prima sensazione che si avverte alla conclusione dell’ascolto è un poderoso, destabilizzante deja-vu, oltre che una forte sonnolenza.
Infatti Full Circle è, senza tanti giri di parole, noioso e prevedibile. Partendo dall’opener “Overcome” si può già prevedere dove andrà a parare mezzo disco, ovvero una macedonia di Alice In Chains, Pearl Jam e Foo Fighters senza mai neanche sfiorare le vette qualitative di tali gruppi, limitandosi a rubarne le intuizioni senza creare alcunchè. Il talento melodico di Tremonti è palese, soprattutto in pezzi come “Rain” e “Away In Silence”, ma il resto è una irritante congestione di filler stereotipati e attitudine spaccona; ogni brano si amalgama in un unico, lungo, amorfo pezzo dove ogni clichè musicale del genere viene ripetuto ancora ed ancora.
Da “Fear” fino a “Good Fight” non si riesce a distinguere nulla di interessante o l’ombra di qualche variazione; la struttura dei brani è ridotta ai minimi termini, con Tremonti che imita pedissequamente Zakk Wylde, Stapp che si cimenta nei suoi soliti gorgheggi e una sessione ritmica ridotta ai minimi termini.
Ci sono ballate lente, ballate velocizzate, semi-ballate: sembra che per i Creed non possano esistere variazioni sul tema, neanche dal punto di vista testuale, in quanto ogni brano appare essere scritto da un liceale in piena crisi mistico-spirituale. Di solito ci si aspetta l’ombra di una variazione in conclusione,  magari per una qualche voglia di sorprendere l’ascoltatore con un brano diverso, per manifestare una briciola di eclettismo.
Ebbene,  la chiusura in questo caso è affidata a “The Song You Sing”, brano che vorrebbe (ma davvero alla lontana) assumere toni epici, ma riesce solo a risultare un brano totalmente inutile, una sterile ripetizione di quanto già sproloquiato in precedenza. Indifendibile questa prova dei riuniti Creed, gruppo nato in seno ad un discutibile revival che è riuscito a brillare grazie ad un innegabile talento melodico. Ma questo non può e non deve bastare per giustificare un album come questo Full Circle, dove la solita patinata produzione stellare votata a celare un vuoto creativo notevole può essere utile per far schizzare l’album nelle classifiche, ma che difficilmente potrà salvarlo da un inevitabile salto nel dimenticatoio.
Matteo
Voto: 4
TRACKLIST:

01. Overcome
02. Bread of Shame
03. A Thousand Faces
04. Suddenly
05. Rain
06. Away in Silence
07. Fear
08. On My Sleeve
09. Full Circle
10. Time
11. Good Fight
12. The Song You Sing
13. Silent Teacher