Li aspettavamo. Finalmente. Lo avevano promesso, Spider One lo aveva promesso: "Dimenticate 'Destroy What You Enjoy', torneremo a fare quello che sappiamo fare meglio." Tradotto: basta sperimentazioni post-punk e derivati, torniamo alla tamarraggine industrial/nu-metal che tanto successo ci ha portato.
E così il fratellino di Rob Zombie ha mantenuto la parola data: "Somewhere On The Other Side Of Nowhere" segna l'agognato ritorno dei Powerman 5000 al metal danzereccio che ne ha sempre contraddistinto il savoir faire, pregno di pezzoni da antologia che sfornano ritmiche scatenate e ballabili sino allo sfinimento. Per fortuna, visti i clamorosi flop di "Transform" prima e "Destroy What You Enjoy" poi.
I beat industriali, l'elettronica e le ritmiche sincopate tornano a dominare la struttura dei brani dando vita ad una tracklist festaiola colma di canzoni che spaccherebbero i locali dove si vuol far ballare rock e dintorni: ricordate l'album pietra miliare "Tonight the Stars Revolt" o, più nello specifico, singoli-capolavoro come "Bombshell", "Danger is Go!", "When Worlds Collide"? Bene, i P5K sono tornati a fare questo. Grazie al cielo.
Anticipato dal mega singolo "Super Villain", "Somewhere On The Other Side Of Nowhere" è una trascinante compilation di potenziali hit da dancefloor (naturalmente rock) dove spiccano "Show Me What You’ve Got", "Super Villain", "V Is For Vampire" e "Time Bomb"; il territorio è quello demarcato dalla regolare fusione tra industrial e nu-metal senza perdersi troppo in sofismi e noiose sperimentazioni introspettive.
C'è voglia di fare festa e la colonna sonora adatta ad un party a tutta birra non può che essere fresca e divertente: questa è la filosofia che i Powerman 5000 esprimono con il loro sesto album di studio, senza se e senza ma.
Certo, i detrattori potranno scherzare non poco sull'etichetta "future metal" che essi stessi si sono auto-assegnati, ironizzando sul fatto che questo stile musicale era molto più in voga già una decina d'anni fa, anche grazie al loro maggior successo "Tonight the Stars Revolt" datato proprio 1999; altri potranno addirittura tornare più indietro nel tempo sprecando paragoni con gente come i White Zombie o lo stesso Rob Zombie solista: non importa, in questo caso sono discorsi di poco conto.
"Somewhere On The Other Side Of Nowhere" è un lavoro trascinante, strabordante, ubriacante che segna il ritorno in pompa magna sulla scena alternativa di un marchio ormai da anni annoverato tra i pigmalioni dell'industrial/nu-metal: il divertimento è assicurato.