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RAISED FIST
VEIL OF IGNORANCE
Per i meno dediti alle sonorità hardcore, il nome di questa band potrebbe risultare nuovo e sconosciuto. Al contrario di ciò, c’è la storia che si cela dietro questi 5 scandinavi, ovvero oltre 15 anni di onorata carriera e 5 album alle spalle. Il più recente è “Sound Of The Republic” del 2006, un lavoro ottimamente inserito nei loro canoni che dispensava furia ed energia in ogni singola traccia.
Quindi, era lecito attendere con buona fiducia questo “Veil Of Ignorance”, il quale non raggiunge di certo i lavori precedenti in termini di ispirazione e freschezza compositiva, bensì cerca una sorta di stabile compromesso tra il sound passato (metallico e possente) e la virata melodica del presente.
L’apertura di “Friends And Traitors” è quella perfetta scarica di adrenalina che galvanizza l’ascoltatore, così come le successive “Volcano Is Me” e “City Of Cold”, che affondano i propri richiami nel trash-metal più puro e nelle tempistiche tanto amati dai fan dell’hardcore, soprattutto l’accoppiata breakdowns-riff velocissimi tanto cara agli assidui frequentatori del mosh pit.
La particolarità di questo lavoro è l’accentuarsi di episodi costruiti su forti basi melodiche, in particolare “Slipping into Coma” e la lenta “Wounds” sono rappresentazioni lampanti di questa tendenza stilistica. Sebbene nessuna di loro intacchi la dura e violenta scorza di questo lavoro,  potrebbero apparire poco incisive soprattutto per le vecchie leve, mentre per i nuovi fruitori restano delle buone variazioni stilistiche; ciò che accomuna le varie tracce è la stessa grande passione che caratterizza ogni loro lavoro, che parte da quella spinta interiore a liberarsi e purificarsi attraverso un atto di energica ribellione; “Keeping It To Yourself” e “Disbelief” sono il manifesto di questa granitica attitudine, dove velocità ritmica e gli screams di Alexander Hagman (potenti senza mai risultare inutilmente fuori luogo, al contrario di tanti altri esponenti della “scena”) fanno le parti del leone.
La discreta chiusura strumentale di “Out” ci consegna così un’altra buona prova di una band storica la quale, lontana da ogni forma di moda o stereotipo, persegue il suo fiero percorso di incessante ribellione dispensando sana energia. Cosa assolutamente da non sottovalutare, in questi tempi aridi di ideali.
Matteo
Voto: 6
TRACKLIST:

01.  Friends And Traitors   
02.  They Can't Keep Us Down   
03.  Wounds   
04.  Afraid    
05.  Slipping Into Coma   
06.  City Of Cold   
07.  Volcano Is Me   
08.  Disbelief   
09.  My Last Day   
10.  I Have To Pretend   
11.  Words And Phrases   
12.  Keeping It To Yourself   
13.  Never Negotiate   
14.  Out