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ALKALINE TRIO
THIS ADDICTION

Gli Alkaline Trio, da che li conosco, hanno sempre diviso il pubblico. Chi li ama sostiene siano uno dei primi gruppi capaci di fondere suoni “punk-rock” con atmosfere “dark”. Chi invece non li apprezza sostiene che da dieci anni non facciano altro che sfornare lo stesso disco. A mio avviso hanno ragione entrambe le fazioni ed ora cerco di spiegare perché.
Indubbiamente ci sono pochi altri gruppi, forse addirittura nessuno, capaci di fondere melodie super radio friendly con tematiche così lugubri, generando un mix sicuramente peculiare. Nel corso degli anni il loro suono è stato definito in mille modi diversi, da punk-rock ad emocore ad alternative rock, più per un’evoluzione delle etichette che non per una reale evoluzione del loro modo di suonare che, come dicono i detrattori, è rimasto pressoché invariato negli anni ed è da sempre distinto dalla capacità di creare brani che si stampano in testa al primo ascolto e che ci si trova a canticchiare in doccia. Come dicevo prima tuttavia, la peculiarità del trio dell’Illinois è di aver saputo abbinare questi suoni a testi di tutt’altro stampo, in bilico tra macabro e satanico, sempre avvolti da un alone di romanticismo e malinconia capaci di conquistare le mie simpatie. Ora, io capisco bene che in questi anni dominati da Twilight e da milioni di gruppi clone per ragazzini frangettati e tatuati col permesso di mamma tutto questo possa apparire un clichè, ma non è così. Gli Alkaline Trio sono qualcosa che è nato prima di una moda che non hanno certo contribuito a creare e da cui non hanno nemmeno tratto troppo vantaggio, se il recente passaggio da Epic ad Epitaph mi suggerisce correttamente. Si tratta semplicemente di tre ragazzi, due dei quali iscritti alla chiesa di Satana, con la passione per lo skate, l’horror ed il so-cal punk degli anni d’oro.
Tutto qui per molti, tanta roba per il sottoscritto. Dopo tutte queste chiacchiere però è il caso di parlare almeno un po’ del disco in questione. Come dicevo prima, la voce inconfondibile di Dan Adriano e Matt Skiba, le melodie super easy e quel tocco di death passion sono esattamente dove devono essere. “This Addiction” riporta probabilmente il suono su standard più vicini agli inizi, con tastiere e synth ridotti all’essenziale e tante chitarre in più. Rispetto al precedente “Agony & Irony” Derek Grant, batterista e vero elemento di talento della band, tira fuori almeno un po’ della sua bravura anche su disco, con ritmiche un po’ meno scontate seppur non ai livelli di un tempo (NdM: gli Alkaline Trio dal vivo non mi hanno mai entusiasmato, ma Derek almeno una volta va visto suonare perché è un fenomeno.). Per il resto non c’è molto da dire, “This Addiction” è un disco che piacerà a chi ama il gruppo in questione, forse anche più degli ultimi usciti com’è per il sottoscritto, e che con tutta probabilità lascerà indifferenti gli altri. Ma, in sincerità, di quanti dischi non si può dire altrettanto?

Manq
Voto: 7
TRACKLIST:

01. This addiction
02. Dine, dine my darling
03. Lead poisoning
04. dead on the floor
05. The American scream
06. Off the map
07. Draculina
08. Eating me alive
09. Piss and vinegar
10. Dorothy
11. Fine