Uno strano tipo dalla capigliatura alquanto improbabile cantava in una sua canzone che il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista. Niente di più vero.
“Black Magic; All mysteries revealed” è appunto il secondo studio album di questa interessante band chiamata Year Long Disaster, ancora poco nota dalle nostre parti, capitanata dal cantante-chitarrista Daniel Davies, figlio del più noto Dave Davies leader dei The Kinks.
Il gruppo losangelino riesce a non deludere le buone premesse dell’album di debutto, sfornando un disco, grazie anche al lavoro del nuovo Re Mida dei produttori Nick Raskulinecz, che ne evidenzia la grande capacità compositiva.
Sebbene la proposta musicale, legata principalmente a suoni seventies ed allo stoner, non porti nulla di nuovo nel panorama musicale, gli Year Long Disaster dimostrano di possedere quella personalità giusta che permette loro di risultare comunque credibili e diversi dalla massa.
Il pezzo di apertura “Show me your teeth”, brano che ricorda per certi versi gli Audioslave, è una scarica di adrenalina pura che rappresenta il miglior biglietto da visita che i nostri potessero offrirci. Si susseguono altri brani non meno trascinanti come “Stranger in my room” o “Sparrow hill” che riescono nel compito di tenere la tensione sempre alta, ma devo dire che anche nei momenti più introspettivi (“Seven of swords” e “Foggy bottom”) la band conferma di saperci fare egregiamente, con un Davies capace di sfruttare la sua potente ugola in tutte le sue sfumature.
La sferzata finale “Cyclone” chiude il cerchio di un disco che, se non farà gridare al miracolo, sicuramente si farà apprezzare per le sue buone qualità.